CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

- Offeruationi y : ') s'aecoftiamonoianchoraî cbene.no l ecuDeoej cauanaonequeno cerco aaoerapione>u- aual chiama egli quei grani abrungi, la cuiforma è tonda , & fonfimili alleino, picchiati di Dìcciel macchie,puntatidi negro,& biancore-erti altri vogliono, chefieno la mèliflà pel nome fomielìante che tiene pure in Serapino del bederungi, ouero bedarungi. Alcuni.al– tiÌDÌÙ imprudentemente , come il Thertonefe, ilSuardo, ChrìftofanodegliHonefti v ... i--il Q A: \it»fct> U*nnk, oiiirlìrarrt .Ar efoofti^ che fieno i femidella vitella •. Der s. . / fimo*fi come è giudicato da più eiperu ; peraucnc:aiuai.uiac u uuiuugtj « ama m ulceri– la. E ben verojcheeflendo la meliffa in queftocafodigniiTima fi può comodamente, noa tallendole cubebc>con eflafarelacompofitione- Gli anaeardi fon frutti velenofi portati à noi" di Sicilia>per la cui velenosità vuole l'aut- tore che non fi dia la confettione fé non dopò la fermentatione fua di tei me fi. Et il Mâ- Ho prudentemente dice fu quefta confettione>che per più fua ficurezza non fi debbmo gli anaeardi amminifttare> fé non prima chefieno preparatine! modo dimoftrato da Rinak do da Villanoua nel primo libro neldifettodella memoria >&di quelle cofe ^che le già* nino &c e tale * Che fi tolga d'effi anaeardi quantità conueniente > Se fi pettino benifîîmo, che poi fi mettano in aceto fortiffimo per fette giorni.Dapòfi bollino con detto aceto leggiermen– te tanto, chedelletre le due patti fi confumano. Poi fileuinodal fuoco, &:fi lafcino fa re refidéza>ò fondo, ò feccia che la vogliamo dire,la quale poi gettatione l'aceto farà quel– la che s'addopera nelle medicine. La quale amminiltratione» Se modoci piace molto , Se cofi ciafeuno altro configliamo, che piacciale s'abufi alcuno col credere , come hanno fatti certi che gli anaeardi fenza effere preparati nonfieno velenofi, che pure la ifperìen- za ha fatto conofeere , & à chi gli ha vfati, & gli via, quanto la loro malignità fia perfeo- 1ofa E noi fappiamo, che volendo in Narni vn figliuolo del magnifico M. Battifta Ma t fari ponerfi à mente buona parte d'vna Comedia>ricorfe, ò gì i fu offerto da vno Speciale TroDPO temerario il foccorfo di quefta confettione, laquale da lui fatta fenza la corrono* ne de el'anacardi••» fece ,ehe toltala il mefehin giouane s'infermò il feguentegiorno con alienatione di mente.,& in breuefi morì . Ma che meglio,& più chiaro dimoiha che fie– no veìenofì, eh' iAuicenna con dire, che la loro Theriaca fonoil latte vaccino, & il botu– ro ?'Ii non efiere ancora quefta confettione di tanta fecuritade, quantunque fieno li anà<- cardi Dr eparati,che fi poflà dare innanzi la fermentatone fua di fei meli . Della partç, j> venale del boturo, chetantovuole l'Auttoreche fiaperlaconfettatione , quanto che'l mele è Rata da Medici prudemiflimi»& innoftraprefentia difeorfa^confiderata, Oc cono*. feiuta'effer troppa, oc che cofi confettatali fa in breui giorni corrompendoli hontnofa. croffezzadelboturoqualìche ferente ,è di gufto fpiaceuole. Perla qua! eofa fia meglio affai comporìacon tanto folamente d'aceto ,che batti ad «umettare gli anaeardi, poiché fìano feome è detto) preparati > & fatti lecchi, Se fupplire con tant'altio mele la compo- fitione ne già perciò fi darà, che nonfi fodisfaccia la intentionc dell'aattore pienamente; percioche non vi ponendo egli anaeardi corretti»& emendati, vi pole Litania quantitàde' boturo per eflère (come habbiamo già detto ) la loro Theriaca. * ' Diafatirian di Mefue» Ildiaratirìoneprouoca,&acc»deil coito , aumenta le forze di venere ,& la fperroai éc fa potenti,& pronti i deboli nella erettione della verga. «ora facciamolo cofi. Piglia– mo di fecacul bianchiA netti, & eliflàti nella feconda acqua di ÇeçiVçhefia giettara la pri– ma lib i diafatirion'recentij&non flacci di onze otto: di radici di rafanodomefiico onze tre'di dragontea piana onze due: tritiamo tutte quefte raè'ci, & fondiamo loi fopra tanto Une vaccino, ouero pecorino,che l'auanzi due dita: Se d'olio fefami no,boturo-vaccinò amen due frefehi ana onze quattro ^cucciamolo confacilità, fino chefi faccia fpeffo, & non effendo effe radici ben cotte,lor fondiamoancor fopra del latte,del;boturo,'e dell'olio dififarno tanto > chefisico cotte aperfettione . Poi vi fi aggiungono dimelebuonOj & fpuiiiato, \ : * " f . ì . ! /

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