CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

' N / Uiieraatïdnî^ li : ma vi è peço qiïcjfta differehza , che il color delle frondìdel Pezzo è più ficuro affa! di quelle dell'Abete : tequali fono j hcora alquanto più larghette, f>iù tenere V p ; ù lifeief &meno appuntate, &e coniiertifcono i rami per ogni intorno. Oltre à fé la corteccia del Pezzo nereggia, è tenace, &arrendeuole > come è vnacorreggia, & quella del– l'abete b i a n d i ^ nel piegarla agetiolmente fi rompe . Oltre a ciòi rami del pezza finuoltanoil > piuaterra 9 ilchenQnfapoo qpelli dell'abete. Producono ambedui ifrutti Jijpglû vna fpanna con .lefqunaiuie più fotti li i Se più aperte, che non fono quelle delle pme,sellequali è vn feme bianchiccio fenza veruna medolla. Il pezzo fa per la più la_^ ragiadura ,*& condenfata tra la corteccia, & il tronco, come che volta defilili ancor del- Illiquida? fimileallalaricina. Ma l'abete fa quel liquore ecceìlentiffimo, che volgar– mente è chiamato da chi lagrimo, Se da chi olio d'abezzo. Lo Ahi orano è di due fpçcie, delle quale la femina è folta a modo di arbufcello* ^biancheggiante frondi , lequali ha intorno arami fono sfeffe , come quelle dell- aflenzo/fenpino; e piena di fiori , ./quali vi nafeono attempo dell'eftate nella fommo- dità,^ aurei, & Ornili ai corimbi: refpira ^ifoauï odori, fé bene alquanto graue , &a! gufìo amara • L'altro fi chiama mafehio farmentofo, con rami fottili, limile a quefto del- î'affenzo. : ; L'accia e pianta pinola, dal frutto dellaquale, ficaua vn fucco chiamato acacia^ * flquvllènondefcriuemo, poiché non l'habbiamo, in luogo dellaquale vfano i moderni .Mçdki, ^.compianoli fpeciali il fucco delle prugnole feluatiehe condenfàtocon cer– te lamine , come tauolette, al Sole : percioche la vera non fi porta a tempi noftri in Ita– lia . Hanno le rnedefìme facoltà deiracacia,le frondi del rhu , i quali noi chiamiamo (e-. inaco . Et parimenti il liquore , che fi fadelle frondi dèi lentifcò , Se lo ipocifto> c o n i ca npeitamenre teftilica Dio/coridç. Onde affai più conueneuoie farebbe vfar q uelle in fuo luogo, che altro. T'Acantho, che noi chiamiamobranca orfina,è di due fpecie, cioè,domeftica,&: felua-*" taca* La doniefiica ha le Cue frondi più lunghe,&: più large della lattuca,nereggiante,lifcie, Se graffe , produce il furto lungo due gombiti, groffo vn deto , lifeio, veftito per interualli •lino alla cima da piccole frondi, lunghettccpncaue , & fpinofe,dallequa!i nafce vn fior bianco. Produce il feme fungbetto,di roflb coiore,il capo del fufto ha figura di thirfo. So– no lefue^radicf molli,vencide, vifcpfe,lunghe,& roffeggianti. Ma l'acanto feluatico è fi- rnijealcàrdo fpinofo,& più breue di quello che fi femina , Se fi coltiuane gliorti. L 1 acetofa non è altro che quella pianta, che grecamente fi chiama oxalida , dalla qua– le quantùque fé ne taccia Diofcoride 5 fé ne troua di due fpecie,cioè maggiore Se minore. La maggiore ha le foglie filali ùmili allarobice faluatica,di modo che molte volte ingâna rocchio taro gli è ella fimile,ma gufladofi, fubito fi conofceal fuo fàpore acetofornódime- no ha però ella le foglie alquanto minori, più ìifeie^ Se più ftrette, oc dal nafeimento fugit- taj ha più radici, ma npn già.cofne le rombice gialle, ma bene al giufto acetofe come il fufto, de le foglie • La minore fa le fòglie molto più picciole fimili a^i ferri delle lande rof- ftggianti, piene d'humore, Se affai di gufto più acetofe di quelle della maggior fpecie. H feme êfimilein ambedue ,accetroche quello della minore è alquanto piuminuto. L'Acoro fi come fcriue Diofcoride produce le foglie come l'iride, Se ancora le radici affai fimili, non profonde , ma fparfe fra le due terre intricate con moki nodi Se tor t e la bianchiccie,, & di fapore acuto, Se fecondo Galeno alquanto amare, Se odorifere. La mi– gliore è quella che ê più ferratta, bianchiccia,non intailata , piena., Se odorifera • Qiiefti legni quafi tutti fi ritrouano, in quella radice^ che hoggi fi chiama calamo aromatico* Pe– rò quella fi pigli per il vero acoro . Dell'acque é veramente malageuol cofa , fi come dice Diofcoride il determinare vni- nerfalmente perle proprietà de i luoghi, & per la prillata natura loro, & per le difpofitio- ni dell'aria, & molte altre cofe, nondimeno l'ottima, & Ja dolce, fincera, & che non par– ticipa d'alcuna qualità, ç quella ? che ftà lungo tempo ne precordij che difeende facilmen– te, êe fenza dolore, che noii genera ventofità ,& non fi putrefa nel corpo. L'andianto, che volgarmente chiamafi cnpiluenere 3 è di due forti, cioè maggiore Se minore.Chiamanlo alcuni callitricho> 8e altri poltrkho dall'effetto, che fa egli. Ènnç_^ . / . >""'-• di due •^

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