CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

• - , • * NelîiOiij. i7-i Primo mòdo degli cHj->é'di quellt,chefìfannogèi» cfyrejfionc. > Ogito commune. L'oglîo commune fi trahedall'oliue^qaandoellefono immature, & quando ancora To– no perfette di macurezza . Chiamafi il primo Omphacino, & il fecondo Completo , ò commune: fi come è datuttìdetto generalmente. Delli quali hauendofi à comporredi- uerfe altre fpecie d s olìj: nedeueogni fpeciale effer munito • L'immaturo è di complefÏÏo- nc frigido r &ftittico:&:il maturo,nouo perocché non ecceda lo anno ê humido tempera* càmente caldo. Ilquale poi più quando $ , inuecchiadiuiencaldo>& fattile. D hauerç^j ì'omphacifto, ( chedel maturo ne ha copia ogn'vno. ) pare che non fia à tutti facile. Et noi già per adoperarne molto>hauendofi con eflb à preparare il mirtino t quello diaffehzo il niafticino,quello di cotogno,il nardino,& il rofato omphacino* fatto di rofe immature * ic gli altroché conferirono allo fìomaco,ci ricordiamo non poco efferci affaticati per ha- Heme copiai fu propriamente in Narni città in vero copiofa di ottimi olmeti* quando.vi erauamò à feruigi della fpecieriacon gli amoreuoli > & difcreti fratelli JML Celestino* M. Agoftino > & M. Hermete Ragani noftri amicîffimi » doue non ne potendo h auerc B perche non lo voleuano trarre gli oîiuari,che diceuano non gli mettere conto, per andare à male di molte oliue,& hauendonè noi pur molto bifogno foffimo sforzati, ieguendo la fencentiadiGaleno,fare elettrone di quella d'olio* che più al guftoconiprendeuano acer– bo > & immaturo ( chetaleceraffermauano i venditori ) Oc toltane buona quantità • &:iauatolobene con pura acqua , vi mettemo dentro molti rami teneri dioliua eoa le fue frondi pettate conueneuolmente>& fattolo bollire à doppio vafe l'adoperafïîmo,flqua- le pofeia colatoio prouaffimo in quel tutto degno, oc equivalente * quale era lo ifteflb cwiiphacino, L'olio di amandole dolci lenifce le afperità della gola>delpetto>del poImone>e!e a l t r ç^ parti efteriori.Ammorbida le durezze,eficcità delle membrane delle gtonture • Ingraffa, &c aumentalo fperma. Conferi fee à gli ettici>& confummati. Gioua à gli ardori deHa^ matrices dalla vcfica ifeorriate , fé dentro iigicttacon la faAa per lo meato orinario, Si fa cosi- Wendanfi la quantità dell'amandole che fi vuole,e ujfcrganodal! Vna,& l'altra (corza 5 & fi tritano cunoiamente,e ridottele in mafia, vi filafeianoper cinque horç_p in luogho ben caldo. Et di nuouo fidpeftano alquanto , Oc poftele in Tacchetto» fé nç_i* trage Tolto col torcolo . He quando ancora cod in pa0a fi cuocono in doppio yafè per i/pa– tio conueneuole 3 ò pure repellendole nel Tacchetto auojto in più pieghe di panno jfòttò la ceneremo arena caldatantoV che viTiinuocano bene : oueroamaffandole bene in vaie à guiìa di paftajn luogo caldo fondendola fopra acqua feruente > fi fpreme Tolio inabon- danz.ì,portate (libito al torcolo : li qualefia di maniera fabricato , che fatto il coneauo à giufta pendentia,& ferrandofi col gobbo,fi chiudano^ftringanfi vgualmente tutte l ç ^ amandole,&; fi riccolga lo olio. Olio d'amandole amare dtMefue. L'olio d'amandole amare apte roppilatiom\diffipa le ventofità^e gioua alla doglia della ^ tefta 5 & à dotarle fordità 5 &: fuono,& zuffolameuti d'orecchie . Lenifce l'afperitajmolifica la durezza,& mitiga il dolore de nerui > & fpegne le panne della faccia* Si fa nel modo di quello delTamandole dolci. Ojjeruatione nell'olio Ramandole dolci, &amare . L'vfodiqueftidueolij di amandole dokh& amare ê molto frequente»^ tanto,chc_j? quafià tutti è fatto noto,& famigliare 5 & più affai quello delle dolci, perefìferenon fola degno in medicina,ma è ancora grato ne cibile falutifero,oItre chefi coftuma molto nel lenii Rioni odoratede profumieri... Si pelano le amandole à fine cheefea l'oliopuror & fincero^ che Saldandole, non piglia eflb olio il fecco>e lodittico naturale delle feorze* Si tritano minutamente,^ fi fcaldano,accioche più largamente ne venga in olio l'Inumidi– rà on tuofa 3 che vi e dentro chiufa:benche fenza fcaldarle anco r ai fenza farle (Varcai So– le , ò in luogo caldo 5 fe ne tragga olio in abbondanza. Et queftoyogliono alcuni* chç_> C conflTuapu? à l ungo^ npnp?gliaûtoflo> come fa quello fatto al fuoco, del rancido, C ! C+ Ï 1 1 1 ì ' - • - . . .

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