CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
2QO Ofktumoni Qjjtruattette mil vngwnto di AUbaftro . E quello vnguento d'alabaftro quello, che communemente vlano hoggîdi tutti gli Spe– ciali, ôc Medici , & quello che ê commemorato dal Mantio nelfo vnguentodì alabafiro di Nicolò, che noi ancora defci fileremo qui fotto a (òdisfattione de difpenfatori, che la ofleruano. Trouafiqueflo magiftrale da moltieffer defcrittoadiuerfi modi, oc con varia-- s tione anchora nel pelo defemplici. Tra le quali defcrittioni noi à quella dei Carauita Ci- rugico eccellenti/lìmo per hauernehauuto la compofitione di Tua mano propria >hahbia~ mo creduto fedelmente. Vnguentoàlalohdftnydt Nicolo Mirefio. Lo vnguento di alabaltro^colquale fu vnto il Signor noftro Iefu da Maria Maddalena » ' conferifee a gli affetti nutricali, Se di reni, & a luoghi contufi con la guada di Iddio. Hora prendonfi di lauina verde onze due e meza:di noci di cìpreflò, rosmarino verde, faluia?fo- glie,dihedcr^terreftre, mille foglio, artemifia, herba benedetta verde, fien greco, & fé- ; medi lino ana onze tre. Peftanfi quelle herbe nel mortaio, Oc fi macerano per tre dì iti^r libre dodecj di pura acqua. Pofcia fé gì 'infondono fopra d olio lib.z, e meza. Et tato fi bol– lando infierae,che fia l'acqua contornata, & colato poi Polio per tela vi fi aggiungono pure fopra il fuoco di cerasolofonia, terebentina, galbano, gomma di hedera, pecedi fpagna % rafipa, incenfo>& maftice ana onze due e meza; di (torace calamita*thimiamo, & fpigo 9 nardo ana onze fei,di olio di balfàmo onze vna e meza. #A m OjjeruationtineII'vnguentod y alabaftro. Il pai antico auttore,che defcfiue quello vnguento (da noi però veduto) è Nicolò Mi- refio.Aleffandnno, dalquale lo habbiamo noi tratto integramente. Il Predapalia > & altri moderni lo notano ancora, ma duplicatamente)& con più facoltà affai di quello, co qua– li fcriue il Mirefio. E la deicrittioneda coftoro pofta di quefta fententia, oc maniera. No- xafi de lo vngueto alabaftrino pretiofo di fpigo nardo,che portarono i Romani di Gierufa- lemme nçl tempo, che da gli Ebrei fu crocififfo Iefu Chrifto Signor noftro. Et è h'fteffo, come da lefacre lettere fi comprendere vfarono a fuoi di Martha, de Maddalena foreU le: Od quello che fparfèro (opra a Iefuincafadi Simeone leprofo, la cui facoltà è mirabile a la eiTucranea, à rigore de le febri, a dolori de le reni, & a frangere le pietre de la vefica* Oc a gli affetti manicali. E ancoramolto valorofo a le contufioni, attractioni,precipitatio- .ni, & disldgationr d'offa, & membra per tortura,& fimili.Et feguendo poi la compofitio– ne duplicata, ficom'habbiamo detto,per l'heiba benedetta, & che terra benedetta v'han^ noalcuni, ben che malamente,é parere de più ìauij^ eh efia la gariofìilata : e noncomC_A vogliono certi altri la valeriana, ò la perforata, detta hipericon. Vnguento citrinodi Nicolò Mirefio. LVnguerito citrino mondifica,&: purga valentemente la faccia, & la rende chiara da li- uori, dalle lentigini, &; altre macchie: Lena la negrezza fatta dal folcdiftrugge le pufto- ie in qualunque parte del corporate da flemma falfa. Aflòtiglia,& toglie le cicatrici,emé~ da il roflore,& prurito de gli occhi,& abbellifce l'afperità della pelle. A farlo Ci togliono di pietra borace onze due> di coralli bianchi onza meza: di amiantho, vmblici marini, an- diali, dentali,dragantho,amido,incenfo. Et fale nitro ana dramme tre, di marmo bianco dramme due, di canfora dramme vna,di ger fa, di ferpentaria onza vna ; di cerufa dramme ici: fi peftano tutte quelle cofe impalpabilmente, & s'incorporano nel mortaio^ con graffo porcino freico beniilimo.Pofcia infieme fi bollono in pomidicetro concauati, con otti– ma bollinone, & bollite abailanza fi ricoglie 1 vnguento, &ferbafi. OJJeruatione nellvnguento citrino. Quefto vnguento citrino,cofi detto dal cetro pomo, in cui fi cuoce, ê di non poca (li– ma appo coloniche roflferuano nella decoratione, nellaquale vi è egli validitfìmo.Sonoi primi Auttori,che lo deicriuono Nicolò Mirefio,& Nicolò di Salerno: vuole il Mirefio, che s'agitano le poluicon fònza porcina nel mortaio, &c pofcia non quella infiemefi. boL lanoirj pomi cetriconcauati. Il Salernitano aggiunge ad ogni libra vna, e meza di ion a di fcuo caprino onza vna, e meza> di fonza gallinadeaonza vna.Et infine poi dell'vngué- to notifi (benché malamente) cheogni libra di polu$ comporta lib.oito di (onza , fignan- do il numero di otiQcofi 8, con vn certo modo anchora appreflò di comporlo faticofo » fcriuendo
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