CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
Nelli Simplici. 17 (cititi, per nafcere abondantemente tanto ne îcampi, quanto ne gli hortf . Il Bolo armeno à noftrl tempi ê di due maniere, dellequali vna fi chiama Orientale, & l'altra noftrale, il che nafce nell'Elba, & in molti altri luoghi, ouefi caua del ferro, oc fo- n o terre ambedue ìoffe, oc fpecie di Rubrica. Si crede fecondo, che dicono alcuni, che â Armenia nefii portato il Bolo orientale, & fia quello medefimo con color pallido, & ali A rati con color ciallo,fimile al zaffrano. Ma per efier più tofto roffo, rofla, co r nea Ê & £ S i £ 2 l ^ « ï t o e h ^ « k i A i a Bolo d'Armenia, E opinioned'alcu- nìMeZ\^AlStm^^òpLwmé^yck C Galeno chiama Rubrica lemnia , & & rpnre Halla terra lemnia, perche la Rubrica tinge le mani, &c la terra non, cornimene ei fi fia, penfiamo fi pofla vfare per l'vna , oc l'altra, ma il noftrale umilmente ne' medica– menti di fuori del corpo . Bonaga,leggete Anomde. Bonifoca,leggeteHippogloflo. ,.*• . • . TI Borio henrico è chiamata d'alcuni Columbnna, &c da chiSerpenuna, produce que- fta le foglie non guari diffimili all' Aro, fa più gambi che vno, tutti pieni di fogliane! la cui fommitf efeono ifiori in grappolettidi. verde colore , da 1 quali nafce fifeme. Biancheg- Sa quefta pianta tutta non altrimenti, che fé vi fuffe fpaifo (opra fomligma farina, & al focco è cofilifcia,& molle, come fé fufle tutta vnta de olio, o di grafTo.Halarad.ee g rof - fa,dura, & diuifa in più parti, gialla di colore, come quella della Rombice. Nafce quafi cer tutto nelle piazze, nelle ftrade & nei cortili delle ville. La Borace è nota nelle Spedane , faffi d vna pietra trafparente, la chefi chiama Bo- raca non rifatta, & come alcuni dicono, che è vna fpecie di nitro fertile. Si via per me– dicina, & per appiccare l'oro, & l'argento, come interuemua della C hry focolla de •* 1 a* tieni, laquai era minerale Se fatticcia , la minerale fi caua delle minere dell'oro, 8c dell'ar– gento, & del rame, Se ha miglior colore. Era quella delle minere del rame di colore ve3;. deDorro, & anchora hoggi le ne ritroua nelle cauerne del rame , &c da per fé ùmili alla. fabia, oc attaccata al metallo, la Cherafa è fimile medefimamente alla arena, ma fatue- :uano per colore da dipingere. , ;. La Boraline produce le foglie larghe, ma non del tutto tonde, ruuide con molte bolle» armate di fottiliflìme fpine, lequali fanno acuta la pianta rigida, & pungente, fa il gam- boalto vn gombito,& qualche volta maggiore,carnofo,concauo,& per tutto fp.nofo, co mol i ram! i fiori ha ella à modo diftel la, d'vn viuido & celefte colore, fé ben fi troua di mie la ch'el fa bianco, dal mezo del quale efee vna punta nera , ma non pero pungente œn feme nero,&ftrifeiato. Ha la radice bianca, grofla vn detrai gufto dolce, &: vifco- f, Nafce nelli horti per fé fteflà,& cofi copiofa, che malageuolmente fé ne può rifpirare. Il Boflb fa le frondi più breui del Mirto, i fiori verdigni, oc il frutto roffigno, n i en t e^ maseiore di quelle del Mirtconde mi pare, che in manifeflo errore fieno veramente tatti coloro, ìqualifi credono che il Bono Italiano , fia il medefimo } che il Giunco. Il botri è vna herba fol t a,ramofa,tutta rofla, &c fpar fa in molti ali, il tao feme nafce at- mrno n tutti i fufìi le fuefiondi fonofimili alla Cicorea, refpira tutta di foaiie odore : & S ò ^ t ì ^ ì S vcfttacnri , fé né ritroua nelle riue dei torrenti, Snel le valli . Chiamano quefta: Cappadocij, Ambrofia, Oc chi Artemifia. Boturo,& Botiro fono il medefimo, » Branca Orfina, leggete acantho. _ „ • • La Brattea fi chiama in Tofcana cauolo,& in Lombardia verza,dellequal. ne fono va– rie fpecie,come fi vede nelli horti,dellequali l'vna ha il torfo grade con larghefrond», A afc tra le oroduce crefpe, ilche chiamano Apiano, & il terzo produce fottìi fufto ? & frondi fottili; lifeie, & tenere: cópofto di parti fottili,& di tutti gli altri pm acuto, & pm medici- £ 3 ^ f c a 3 u quel lofi chiama Sabellio,che produce le ^ S ^ S ^ S f D e ner la cui etoffezza, rimane il torfo fottile: ma e pmdolce di tutu gli alta cawi, quel o . dì figuralo non crcdcchc fia appreffo Plinio, che quello che egli chiama Lacutmus. f i , tt t l t ll , l r f efi i le medeiimamente alia arena, tr eia,fi faceacon l'vrinad'vnfanciullo rime-nata in vn mortaio di rame , co'l peftt me, & quefta fi adopraua nelle medicine, fattene, dell'altre fatiçae , lequali feri /*xl*vì p> As% H î n i n ra?re . M \
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