CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

Nelle Semplici, 31 iLUppu.pciLi iç i juçuovut» vwppw uujj.u<uu.ivmiia.gujauy 11 i i^lu.riuciMCe 1C rOgIie 3 C0luC :11e di Platano,minon>erdeggîanti vôc çhç aflomîgliano a quelle del Sphondiiio cotu^ diififurcpiù graffe^ più nere,alquahto afpre,el fufto ruuido > i fiori bianchi, tinti di affai noto .Delle radicifi debbono eleggere quelle^chc fiano raccolte ne gli alci/fimi mon* tìyoc che bianchefiano > mediocremente ritirate > frangibili, carnofe>& che non facciano poluere nel romperfi,ma che dentro hahbino vna midolla fottile 3 mordente al gufto > ma nò tropporperche quelle 5 che troppo mordono>ftragolanp il nero.Prodqce le foglie^omc quelle J -™—-^ —- -.--*-"-?—* *^u~ <.m^*Au^~ M .-\\-A-i o.., _ .... più dii _ roflb > a quelli del cotogno fimili, Se acconci come grappoli, nel qual è il feme , che al Grugno faracinefeo fomiglia,cioè carthamo. Le radici nere>fottiU>fimili à quelle dell'el– leboro biànco,lequal follmente fono in vfo.Eleggafi il ben nero,pieno > carnofo ì che ha fottile midolla,&; al gufto feruente. Quello Elleboro negro,che hoggi per il più s'vfa, non è quelio,che è qui deferitto > ma fé ne troua bene ancor del vero in Tofcana j» con tutti ï predetti fegmvben che raro.Però è da y far diligenza di hauere di quel lo > benché non fia_*i molto male in difetto del vero vfare quello>che hoggi çommunemente fi adopera» • Empetro non è conofcititi (e nonda pochi. Lo enantç non ê Philipendola>ma h# frondi fimili alla Paftinacha 3 il fior bianco, il fuftp groflb»alrp vna fpanna^il feme fi raffembra à quello delPartiplice.Prqduce la radice grande* la qualfi fpande in moki ritondi capitelli^nafce tra faffi. LaEndiuia è di diie fortigna feluatiça la qual fi chiama Piera>&£ Cieorea; Se vn'altra^* che ha frondi più larghe>chefi femina,più vtile alloftomacQdi quella de gli horti> la qual medefimamente è di due fpecie* delle quali Pvna fa le fiondi più larghe fimili alla latuca* & l'altra le fa piùftrettC5&al gufto amara. Enola,leggete Elenio. L'epithimo è vna piantafimile alla Cufcuta^ouer la Cu/çutachenafçefiilThimo, dei quello fi auolge con fupi vitici . Ma perche a i tempi npftri non habbiamo di Thimo, ci manca ancor il vero Epithimo quello che çommunemente fi vfaç PEpithimbra per # na- * feere egli fopra Thimbra hoggi per il Thimo tenuta.,& hoggi fi può vfare per il vero Epi– thimo > hauendo egli le medefimefacoltà > benché alquanto più deboli. Quello » che di Candia è portato>fimilmente pare Epithimbra>&non è il vero Epithimo*benché migliore delnoftralç. L'erica fi chiama in alcuni luoghi Grione* & In altri fcopa> e piccolo arbufcelloramu- fculofofilmile al Tamarigio 5 ma molto più piccolo. v L'erigero^ouer Seneciofi chiama volgarmente Cardpncello,ouer fpeliciofa > il fuo fu– fto alto vn gombito,roflìgno*con frondi continuate 5 &intagliate ? come quelle della ru– chetta* ma affai minori. Produce i fiori gialli,i quali sfioriscono prefto , & fé ne volano in piuma.Ne per altro è egli ftatocbiamato Erigerone non perche la Primauera i fuof fio* ri diuentanocanutîjçome fanno i capelli^ Non è la fua radice d'alcun valore. Nafçe per il più nelle macchie>& intorno alle Ca(Iella, L'eringio non è çacatrepola 3 ne il feçacul delli Arabi, ma è pianta fpinofa 3 le cui gioui- nette frondi s'vfanonei cibi condite con falernox^uefte larghe,per intorno afpre ? &: al fufto odorate > ma crefeendo poscia intorno a i fufti. diuentanp fpinofe, nelle cui fommità fono ^lcuniritondibottonbarmatidadure,& pungentiffìmefpine^ le quali per ogni intor– no in forma diftelle li circondano. E il color loro hor verdejior pallido , hor bianco > & qualche volta celeftino. La fua radice è lunghetta,larga 5 groffa vn polliceli fuori pera, & di dentro bianca^ odor ifera>nafce nellecampagne,& in lupghiafpri • Fanno lamedefimaoperajl'efpçrimento diconofcerquapdoçbenpabbrufciata èque- fto > quando quella ç bene diuentata bianca^ouer di colorfimile all 5 aria)& che toccandola con la lingua, pare eh' ella abbrufei. Ma quella ragia,che s'attacca alle botei, chiamata di chi Tartaro ? & dachiGreppola^hainfe virtù folutiua. Il Fegato del Lupo ? & delli altri animalbfi pigliano da gli animali giouani, & con vino odorifero fi lauano, & in vna pentola fi feçcano nel forno^tanto che fiano fecchi,& non brufciati si di poi fi ripongono in vn vafpinuetriatoriuoltiin feçco aflentîo, aççioche non putrefacciano. Le felci tanfo femina* quanto mafehio fono notliïîmi à tempi noftri .11 macchio quan– tunque Diofcoride fcrittdìfion habbia ne gambo> ne fiori ? ne feme 7 eflato nondimeno ri* troua- /

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