CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

• » - * \ 46 Offeruationi Pauarina, leggete Alfine • . Peeeéqiièlla,chefcôlada HegmNche fono pieni di ragia, & fifa mafllmamentedel pi– po, ben the in alcuni luoghi per careftià del pino fi facci ancora della pianta del Cedro,& del terebinthó. Chiamaficomunemente pece naiiale. Laqual édiduè fòrti,liquida^ Cec– ca. Là liquida ancor è dì due fpecie, vna* che feolà pnrhà i Se è fimile all'acqua, la qual in Sofia adoperano per cônferuarèi corpi morti, & Ìachiaiifànbcedria,pèf feriiella del ce- dro 3 perche non vi hanno' pini. L'altra è il fecondo liquóre, che efee dopo la prima, & rac– colta iti certi caffòni fìfpeffifce*con 1 acéto, Se còfi rappréffai û chiama pece prutia, dif– ferente dell'altra, per efier vifeofa, di colore tane, & più groffà. Con queftà à'ulhpeccia- uànoi vafi da tenerui il vino,là pece fecca fi fàdella liquida," ciioèèhdolà vii'altra volta>& di qitêftâ ne fono diieàltf e fpecie, vriafimile al vifchio, tenace: l'altra (ceca , & frangibi- le 4 Oltre di quefìo, tye è àncora viïaltraforte 3 .chiamata oltedipeèe > fâqiîal fi raccoglie cori là lume de vapóri, chefi generano, quando fi ricuòce la pece liquida, £é lòdafi di qtféfïe, quellaiche fi fa della pece brutia, vn'altra forte di pece chiainauaho 2upifla,laqual fi faceuadella ragia* che fi raftià delle Nàûi> & con la\ cera.- Tuttequefte fpecie di^ece fi póflbno hàuere, della liquida fi elègge quella,- che rifplende, lifeia, Se fìriCèrà.Della lecca fi loda la più pura grofTa, odorata* ioffeggiantei Sé ragiofà • Vituperafli quella, che è ab– bruciata, che sa di fumo, Se è addii Se Ce epesszi, Iuftrano, Se lotto à denti par vifchio, &: difaporegiocotìdo.•• ., . ., y, y y , Pece Greca è la ràgia di pino,ò di altri alberi > cotta nell'acqua per infinò, che perda il fuo naturale Ódofe*& diùenti fragile, & fecca, & quellafi dimanda colophonia. r r A Pegola fi elegge lagialla,ódofàtà,chéràpprefehtala fto'race>& che è morbida,trattabile* & tirata fra lefila^come il maftice. f y . . . « Peótìiafeminae pianta nota in tutta Italia» mail mafehio in pòchi luoghi fi troua • •. Pepe fi dice che nàfce iti fndià da breue arbulccllo,ilqual fecondo Diofcoride,dal prin– cipio produce cèrti bàcélìéttiVilqual noi chianiiailio pepe lungo, dentro à quali Vi fono i granèlli tàinuti comeil migliò > &quefìinell , aprirfièbacelleti efeonò fuori in modo di grappóletti, Se Cuoi acini colti mentre fonò acerbi fi chiamanopepe biatìco,&: quando fo– no maturi pepe nero. Quelli^ che fcauigano ali Indie Se hanno veduto le piante del pepe,* dicono* chetìafce dVhà piantafimile alla vitalba , &che da diueffe fi produce il pep£_p lungo* itchè molto non hnpdrta. Delfiero ellèggafi quèlló,chèèfi:éfco,graue ,& pièno / Del biàtìco il migliore è il non crefpo^ non gràuè,& bianco . Del lungo quello,che nel romperli appare di dentro derifo>& ferrato infieme* di fàpore acuto» & che riiordc~> la lingua. Si adultera il pepe lungo con vn'herbafimile. Mafi conofce ponendolo nell'ac– qua, perche l'adulteratofiliquefa ,& il buono rimane/odo. Peffdfàtai leggete Hipericon. „• i ,.., . ., Percliitiend chiamano 5 alcuni matrifilua, altri vincibosco, & altri caprifoglio. Nafcç^i fimplicemeiite con frondi biànchicce, &diftintepef interùalli, che lo vertono di figura «deracea, efcòtìgli tra le frondi alcuni germini i néquali ê il feme fimife à quello delï'he^ dera. Produce ilfior bianco vguale à quello dèlie &ue,al^ùahto tóndè,che quafi fi deften- de fòpra le frondi.Et il femé duro^&malagenole da fpiccare. La radice è ritónda & grofe fa.Nafce ne campi 8c nelle fiepi,& auiluppafià tutte quelle piante,chc li fono propinque h. Per/ploca 5 leggete i\pocfri o* , • • - - . • - . - - Penfkreo, leggete Verbenaca. Perle chiamano i Latini margarite , &vniones. Perfa, leggete Maiorana . Pedonata, leggete Lappa < 1 etrofelino e lpeciedipetfofello'. Pettine di venere vogliono alcuni, chefia le fcahdìce. ti | I eucedano produce ilfufto fottìi e,& debole, ùmile al finocchio. Ha la chioma fubito apprefio a terra frondofa & denfa: il fiore giallo, la Tua radice è nera, grofla, piena, fuc- cpfa, di grane odore: nafee nei monti ombiofi. Kiccogliefìì il liquore del peucedano ta– gliandogli le radici quando fono tenere, & riponi! pofeia fecco à l'ombra, percioebe mef- ioaiòole, Teneva ni fumo. Cogliefi vngendofi prima il capo , & le nari del onfo " con /" • c

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