CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

s 52 Ofleruationi Spina celtica non è la lananda. . Spiconardo ê fecondo Galeno vnaradice, &c non fpica,&: è noto. Si elegge quello,cfce l (ï chiama for/an o . Ha la (pica corra? fol ta de (boi capelli} roffa , di odore gratofimile al– quanto à quello del cippero, & che manicato è amaro? Ôcrafciugala lingua, $c*d tira il fua odore lungo tempo. Adulteraci con 1 antimonio, fpruzzandoudo fu con l'acqua òcoii^t ' vino de dattoli per darglipiù pefo .Cognofcefia iCegni fopradetti. Si fuole ancora ven- . derequandoè flato tenuto in molle^na^quefto fi conofee*perche ha lefue'fpiche -bianche* aride, &: fenza terra appiccata. Spodio fi troua nelle fornaci del rame , nelle quali ancora vifi troua la pompholige * che è la tucia de gli Arabi , & fi fanno dell e fauille 3 che efeono del metallo , & fona dif– ferenti perche il fpodio è fatto delle parti più grofle, & che troua nello fpazzo della ftaii- za ouefi cuoce, oc perciò è pien di terra, & imbrattato . La pompholige ë fatta d e l i c t fauile più lottili, lequali m aito volano > ôc al palco fi attaccano , a modo di vn fonaglia fatto, come quelli, che fi fanno nelle pioggie al tempo della Primauera, dicolor bianco, le quali fidisfannoin poluere ^ allafarina limile, & fono di virtù limili. Ma la pompho– lige è di parti più lottili. Hoggi fono conofem ti, & àgeuolmente fé ne può hauere dt^p luoghi di Italia, & dell* Alemagna, doue fi lauora il rame * Et in cambio fi può vfare gif antiftiti di Diofcoride, ouer la tucia delli fpeciali. I o fpodio di Auicenna fi fa delle radi– ci delle canne, &fi debbe vfare nelle fue ricette perche è vno antifpodio. Quell'ai ero fat– to de ftinchidi Buoij & limili animali,che s'vfaper le fpeciarie è meglio lafciare ,& vfare in cambio a quello di Auicenna^ ò vno deirantifpodij di Diofcoride nelle medicine^ che lì danno dentro del corpo, in quelle di fuori> òil vero fpodio, ò la pompholige, ouer fcu** tutta de glifpecfali preparata, Spuma maris chiamano i Greci Alcionio, & iLatinu Staphifagria chiamano alcuni vuafiluefìris, herbapedicularia>& pituitaria > èpianv canora. Squinantho, leggete Giunco odorata * Stacade chiamano ifpecialifiicados*nafc e nell'Ifole di Francia vkinolà Maifilia f n&* maro ftecade. Stirace è hoggi de due fòrti, vna chiamata Horace calamita* & cfa Greci fimplicemen^ te ftirace : l'altra ftoraee liquida, credefi da molti, che ella fia lo fiate della mirra., che e la grafiezza fola* che non pare punto vero in quefta* ch'hoggi fi vede nelle fpeeia-* r i e. ÌLa ftorace calamita- è la gomma d'vn albero limile al melo cotogno. Quello fi tie– ne per il più eccellente y che è rollò, graffò, ragioiòy& che nelle fue granella biancheg– gia s de quello* che riferba molto tempo la bontà del Aio odore, &che quando fi nialaf- fa rende vn liquore fimile al mele. Vituperali il nero,il fembolofo, il fragile,, &c il muffato* Contrafafij con la tarlatura del fua legno col mele, &con la feccia dell'vnguento iti- no, & alcune altre cofè . Quella, che hoggi fi vende nelle fpeciarie conuiene in qual– che parte alla deferittione ài D iofeoride* & p enfiamo fi polli vfare infino àtanto^chç^ meglio non ci dimofìri. - Strtnio,4eggete Radicetta. Succino li chiama charabe nelle fpeciarie, & da profumieri ambra'gialla , &i Greci Elefiro. ouccifa, keeete raofiisDiaboli. 1 M ^k ^Amarigio chiamano iVGreci Miricele pianta conóCchit& JL ; Tamarindi lòno i frutti dvn alberò, fpecie, fecondo alcunidi Palma, fi fono vifie ff foglie de .tamarindi molto ùmili a quelle dell Hiperico,cioê perforata y ancora che d ai> cimi gli fieno attribuite le foglie del Salcio. I frutti, iquali hoggi fi adoperano fono noti lo- danfi quelli} che nel nero roffeggiano, teneri, pieni di filamenti, frefehi, graffi ? & non ri-* fecchi, di f aporedolce con poco di acetofità. f alfiffcanfì con polpa di prugne, ma ne dì-* inoltra le fraude 1 efiere eglino nel colore più rolfigni, ik pili chiari « ftf confetuano. $m* l maffati inficine in vafo vetriatoin luogo frtic0>& àfciuw Tamaro,leggete Vite nera« •••• òn aia. l g te mo ns Diaboli * \ • • •. - , v ; Tcoacetto* r.