CERVIO - Trinciante - 1593 copia
154, M *J $ T \ 0 D l CJt S Û C. Di quello è neceflario che lor paghino come gli dirò quando ragione– rò di quello offitio. R. Poco alianti la mi ha detto del giocofia vitio da non tolerare, pure ho vedutoquafi in ogni Corte giocare àTauolieroe Scacchi • C* Quelle due forti di giochi ci fi deuono ponere in Corte doue no fuffero, & è bene che nel! anticamera fopra la tauola vifiavn tauoliero con le fue tauole, e dadi, e con vno fcacchiero con li fiioi pezzi, perche quello è vn trattenimento del!i Cortegiani\corì di quelli di cala, come delli foraftieri che corteggiano il loro Principe, che con quella occafione di pafiatempo quelli di cafa dando vicino alla perfona del lor Signore, & li foraftieri fo– no pronti allVfcir del lor Padrone di accompagnarlo e corteggiarlo. R* Quefti duigiuochi fon necelfarij e ci fi potria perdere ali'ingrolfo chi haueife il gioco nell'offa . C. Quando fi conofeeffe che fu'ffe di danno, & chefi giocaffe di molti da– nari è bene prohibirlo perche non fi haueria lo intento principale che è del trattenimento e dell'effer pronto al feruitio del Padrone,perche quelli tali che giocaffero per auaritia non fi curariano di feruire il Principe, ma folo attenderiano al gioco, e vorriano finire la lor partita Cominciata fé bene il Padrone l'addimandaffe. R. Ho veduto in alcune altre Corti,pallamagli da tauola,ò trucchi,come vogliam dire, che ne dice V. S. ? C. Quello è gioco fopportabile, e da fare effercitio, quello è ben tenerlo più lontano dalla Camera del Principe* R. À quai gioco dunque non fi conuien giocare ? C# A qual giocofi voglia di carte>e di tre dadi>quefti giochi fono li vitioft, li quali in modo alcuno nonfi deue permettere ne in cafa ? ne in loco pu– blico , ne priuato, perche oltre il perdere il danaro, e defidtrar danno al profsimo,fi dannifica quel ch'importa più nell'Anima, con le beftemie, fpergiuri,& molte volte voti non offeruati . Quelli fono quelli giochi per li quali ho detto che fi deuono licentiare feruitori quando non vogliano remouerfene. R# Non fariabene che il Maftro di cafa non accettaffe in cafa alcuno di quelli feruitori che per li vitij , che ella mi ha detto fi doueflero poi man– dar via? C# Saria benifsimo quando di ciò ne fufle infermato, ma fé gli farà dato vn feruitore per homo da bene, di bona vita, e fen 2a vitio alcuno , come molti fariano, &per far piacere all'amico, ò per leuarfelo da torno, e che il Maftro di cafa poi ne reftaffe ingannato, che colpa faria la fua, ò come fariafe feoperto poi per tale non ci prouedeflc. R. Eneccffariochehabbiamoltaauttorita* C. Senza quefta non fi potria far cofa alcuna ,& con quefla è neceffario che il padrone lo mantenga. R. Come eli l'ha data vna volta, non bafta ? C. Dico,che bifogna mantenergliela col non predare orecchie al feruitore contro il Maftro di cafa anzi leuarfdo dinanzi col lefpondeili al contra» rio di
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