CERVIO - Trinciante - 1593 copia
DEL CaVALlZK \tjt;it.m IJ7 R. Non faria bene che non fi accettato, fé prima non defle vna bona, & idonea ficurtà. C. E bene, eneceffirio a farlo per ogni rifpetto e douerà etfer giouane,fa- no,polito, &ben in ordine acciònonvenghiàfchifo maneggiando levi- uandedel fuo Signore>& chefoppia leggerei fcriuere per poter dar conto dell'Argentana e biancheria. Di quello tale fé ne douerà compiacere lo Scalco iì di accettarlo come di leuarloper eifer feruitio appartenente alla tauola. R. A quello officiale che gli fé fuol dare di prouifione ? C. Secondo lafufficienza equalità della perfona>e più emeno,(êcondo la Corte groffa • Ma ordinariamente fé gli dà tre feudi il mefe hàdhauere poi il fuo aiutante, e garzone al quale ha da far tener netta la ftanza del– la credenza > ne lafciargli tener mai cofe cherendino cattiuoodore, e che li piatti d'Argento fìano fempre fenzamacchia, manetti>e luftri: e dopo che hauerà apparecchiata la credenza in fala,auuerta di non lafciar intrar neiTuna perfona dentro al fuo raftelio, ne tampoco lafciarla mai fola per qua! fi voglia accidente che gli auuenghi, ne i frutti > nealtre cofe per la bocca gli lafci maneggiare al garzone ne adaltri,madi fuamanoli pro– curi* É fubito che farà (parecchiato con diligenza conti li fuoi Argenti prima che lui mangi, e che fempre il feruitio della tauola fia in ordine la fera per la mattina, &la mattina per la fera j ricordargli fempre la ge– losìa che deuehaueredeila vita del fuo Signore. O tre di quello fégì ide– ile rincontrare lo inuentario di tutte le robbe che tiene, almeno tre volt« Tanno acciò la molta tardanza non caufafTe molto danno, e tutto quefto deue fare il buon Credentiero. Reda nota che iogli dichi che qualità deue hauere il Difpenfiero, qua– le è necedario che fappia leggere, fcriuere, &abaco per faper tener netto il libro della Difpenfa dell'intrata, e vfeita, ne importa fia giouane ò vec– chio, pur che fia huomo da bene, e vigilante, e afsiduo in Di/penfa, la quale doueria eflere ariofa, afeiutta ,& capace per ogni forte di robba mangiatala tanto compra, come donata, ha da intrare in Difpenfa, e auertire di non pigliar robba dallo Spenditore che non fia bona, e frefea, & riceuerla à pefo,enumero, enotare al fuo libro forto il giorno con ente, e fé ne deue far debitore per l'in trata, e quella robba che confegnarà alia cucina, credenza, ò al tinello fé ne farà creditore al libro, all'incontro co– me hauerladi/penfata. R. Dopò che lo Spenditore gli hauerà confegnato tutto quello che haue - rà comprato, ha da far altro con lui ? C. Li fottoferiueri laliila delle robbe, che hauerà confegnate, la quale dourà poi effer fottoferitta anco dallo Scalco come ho detto per polleria poi portare al Maggiordomo, & di più liportarà anco la lilla di tutte le cofe donate, &da chi. Che tenghi fempre ferrata la Difpenfo, & la tenghi prouilta d'ogni forte di mifurejbilanci^e pefi,cefte,con ie chiaui da viag- gi,cafle da torcie,efimiìi per l'occafioni che occorrono alla giornata. R. Ache feruiranno quelle mifurer C . IQ
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