CERVIO - Trinciante - 1593 copia
RAGIONAMENTO D I V I N C E N Z O C E R V I O . GiaTrinciante dell! IUuHrijf. çf Reuerendifi.Sig. Cardinale Farnefé sfatto/òpra Ï officio del Trinciante , a c Reale Fu font to da J^armfko Scolare. Quanto l'officio del Trinciantefia honoratofra tutti li Trinciai , & gran Signori. Cap. I. fm i i "—w i '-**- &%rt \~r , „ . „ w , ^ A V E N D O io promeno di voler ragionare fa» Iris ^ ' V f ^ / r a fri pralothcio del Trinciante, ragioneuole cola mi iy B - ^w ' l ^ i l v>ìj pare ancora, che prima tu fappi, quanto quello •" officio hahonoratotra tutti 1 Principigrandi.Di- co adunque, che tre fono gli offici; inonorati, che fogliono dare li Principi grandi perla cura della bocca loro ; cioè dello Scalco,del Coppiero* & del Trinciante ; & ogni uno di quefti non Ci Tuoi dare fé non aperfòne molto nobili, fidate, &domefliche. & chefia il vero, in Francia,& in Alamagna (oue Ci tiene tanto conto della nobiltà, ) li Prin– cipi grandi non fpgliono dare quello officio del Trinciante fé non al più nobile,^ fidatojferuitore,clic habbino nella Corte loro.L!t,febenequeflo officio hoggidi è venuto in cofi poco cóto,& particolarmente nella Corte di Roma, tutto è proceduto dalla miferia di certi Prelati, liqualinonfi vergognano di voler dar quindid,ò venti giulija! mefe ad vn Trinciante, che nientemenofi da ad vn famiglio di flalla. Et di qui viene, che non fi troua più gentiluomo , che fi degni di voler far quello officio tanto Ino– norato j &non folofi fmarrifeono della poca piouifione,ma della grande Strettezza chehoggidi regna, da non poter Sperare contempo , entrate, riè altre remuneration^ conformi alla riputatione, & honora r i a di det– to officio, & chefia il vero , io ne ho conofeinti al tempo mio infiniti fof- fìcienti in quefla professione, ( a'quali non voglio dar nome, per non ifcoprirelamiferiade'lorpadroni) liquali hanno pure fcruito lungo tem– po con molta fede, & pure tutto dì lì fono morti di fame. A benché in quello fi potrebbe dare anco la colpa alla mala fortuna loro,&,non à lor padroni,quali hanno pur donato & donano largamente ad altroché forfi haurâno meritato affai meno di loro. Ma quelli tali Principi dourebbono imitare quel grâ Re Alfonfo cólaproua dedoi forzieri,& cefi verrebbono A alenarli
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