CIOCCA - Pasticcere e confetturiere
x i yVi II pasticciere e confettiere moderno - stificare la def inizione del le operum mille figuras che dà Mar z i a le ci rca la lavoraz ione dei paste l l ieri du l- ciarì e dei confet t ieri dei suoi t emp i. Opere che l a- sciavano, certamente, di gran lunga indi et ro, quel le degli ant i chi pastel l ieri egizi, med i, assiri, babi l o- nesi, comprese quel le di a l cuni t ra i duecentoset tanta- sett e O ^ O X O L O UÇ (v i vandi eri o l avora t ori dì caman- giari ), che re Da r io aveva, ne l la sua fuga, abbando- na ti a Damasco, come r i su l ta da l la l et tera spedi ta dal generale Parmenione ad Alessandro Magno, dopo aver e espugnata que l la ci t tà, dove i l re persiano spendeva, giornalmente, 400 t a l enti (240.000 scudi) sol tanto per i suoi banche t ti ! E per provare come g li an t i chi nos t ri offel lieri o pastel l ieri fossero mo l to avanza ti nel le loro conce- z i oni ed esecuzioni art ist iche, citerò questo aneddoto che r i cavo da l la v i ta di Sc ipione, nar ra ta da P l u- tarco. — I l famoso capi tano, che doveva veni re sopran- nomi na to « l ' Af r i cano » per le sue v i t t or ie puni che e cartagines i, avendo appreso, durante la sua cen- sura, che un caval iere romano aveva, i n un ban- chetto, fat to apprestare, dal suo pistor dulciarius, un past iccio delle marche d ' Ancona, rappresentante la ci ttà di Cartagine, di cui s'era fat to, a t avo l a, l ' as- sedio regolare e la conseguent e di s t ruz i one; egl i, presa in ma la parte que l la piacevolezza, cassò da l- l ' a l bo dei caval i eri l ' anf i tr ione t roppo spi r i toso, sotto pretesto ch' egli avess e osat o distruggere Car tagine p r ima di l ui Sc ipione. L amp r i d io e Pe t ronio par l ano di ferculi o barel le con statue per alzate di t avo l a.
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