CIOCCA - Pasticcere e confetturiere

. Î, ti pasticciere è confettiere moderno dei me l oni, dei fichi verdi e dei pomi come se fossero spiccati di recente dal l ' albero ; di aver e sempre del mosto recente durante tut to Tanno, e tocca v i a, ma dovevano anche saper e manipo l are quel le f rut t a, traendone succhi, sc i roppi, conserve e marme l l ate, par t i colarmente d i cotogne, che conservano dent ro olle o vasi di creta, proveni enti anche da l la Spagna. Così, pure, veni vano cand i ti e confet tati a l cuni f r u t ti * e pe ta li di rose e di viole — coi qua li Cel io Ap i c io faceva un bodino dolce e profumato — e mandor le e pi s tacchi pesti col miele, che le mat rone romane sgranocchiavano, assise sui g r ad i ni del pul v inare o nelle sedie eburnee del podium imper iale, come fauno, anch'oggi, coi fondenti e coi fiori pr a l i na ti le nostre dame moderne. - Durante i l pr imo periodo medioevale, in seguito al tr ionfo dei ba rba r i, Tarte del past icciere e del confettiere è ben l imi t a t a, anzi quasi nu l l a. Quei barbari non apprezzavano le leccornie uè i do l- c i umi; egl ino di voravano grossi pezzi di carne di selvaggina p i ccant i, car i chi di pepe e d i fet ida agl iata. Sol tanto nei conventi di suore, par t i col armente • nei cenobi del le doviziose carmel i tane, l ' ar te del past icciere e le preziose ricet te per confezionare tante squisi te v i vande do l c i, tante apprezzate con- serve, marme l late, confetture, ed a l t ri do l c i umi, t rovarono asilo e r i fugio e così ci vennero t r aman- date ; conservando, tut t ora, a l cuni pas t i ccet ti secchi, le ant iche denominaz i oni monaca l i, che dal le a pa- zienze », dal le ( suppl i caz ioni » o « cialde », dal le

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