CIOCCA - Pasticcere e confetturiere
Prefazione cipesche, e sol tanto nel le grandi occasioni di spon- sali, nozze, ba t t es imi, onomas t i c i, ecc. ; oppure per celebrare qual che solenne avvenimento, come rice- v imenti d i osp i ti cospi cui, e l evamenti a grandi ca- riche e dignità, e s imi il ( 1 ). E , sul pr inc i p i o, non a tut ti i conv i t a ti veni vano regalate le bomboni ere; ma sol tanto a colui od a colei che si des iderava ono- rare; ai personaggi più d ' a l to grado ed al le loro gen- t i ldonne, ment re g li a l t ri si contentavano di « man- giare cog li occhi » quel le confetture. Però , nel « Libro delle spese per la vegnuda de Vimperadore Federico III » in Fe r r a ra (1452), che il compianto conte Al be r to Gand i ni d i Modena pub- blicò, esumando i documenti dag li A r c h i vi p r i v a ti degli Es t ens i; come pure i n occasione del banchet to di nozze del duca Er co le 1 (4 lugl io 1473) , noi t ro- viamo che le scatole di confet ti regalate ag l ' i nv i t a ti salgono ad una quant i tà s in ' a l l ora i naud i t a. Per l a vegnuda de l l ' imperatore tedesco, mont ano a due- (*) D ai conti del tes. gen. dei Du c hi d i Savo i a, r i f e r i ti d al C i br a r io nel la sua Economia politica del medio evo, si deduce come l 'uso del le tregge e (mandor le do l c i, semi d i finocchio r i v e s t i ti d i zucchero c r i s t a l l i z- zato), fosse mo l to i n uso a l la corte d i quei du c h i, poiché vengono menz io- nate sovente, come pure le confet t iere o drageers. I n segui to, a l la corte del P i emont e, crebbe l 'uso d i regalare a cadaun i nv i t a t o, specialmente nei p r an zi nuz i a li e ba t t e s ima l i, un cartoccio o cornet to (comet), oppure una scato la o dragéoir, r i p i ena d i conf et ti o traggea (dragée) grossa e p i c- cola, oppure d i f r u t ti c and i t i, proven i enti specialmente da Geno va che fu. sempre r i noma ta per queste sor ta d i confet ture. Ne g li a r ch i vi de l la città d i To r i no esiste — a propos i to d i zucchero — un decreto, i n da ta del 21 di cembre 1680, emana to da ma d ama reale Ma r ia G i o v anna d i Nemours, i n nome di suo figlio, sot to tut e l a, i l du ca V i t t o r io Amedeo I I , che concedeva: che li suoi conseglieri et ufficiali di Torino godessero d'una regalia di libbre quattro di zucchero; dona t i vo per que l l ' epoca, mo l to d i pregio.
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