CIOCCA - Pasticcere e confetturiere

iyX II pasticciere e confettiere moderno ni vano a costare somme enormi, volendo i l Senato di Venez ia met tere un freno a queste spes e rovinose per tante famigl ie, emet teva decreti e bandi dove, t ra le al tre i n i b i z i on,i erano v i e t a ti g li ornamenti di zucchero e le confetture, che non fossero marza- pani o dolci ordinari Quant o poi ai Re t t o ri d i terraferma, essi non potevano, sotto pena di 200 ducat i, imband i re al tre v i vande che quelle permesse a Venez ia, né mandare doni i n confetture e cand i t i, sotto pena di duca ti dugento. Così, pure, i l Mazzoni -Tose l li c i ta, per la ci t tà di Bologna, degli ed i t ti suntuari res t r i t t i v i, da t an ti dal 1294, dove v i en ordinato che, nei banche t ti nuz i a l i, non si possa mangiare più d ' una sor ta di pas t i cci do l ci (tra cui le famose sfrappole), nè can- d i ti d i qualunque specie, eccettuate le cotognate ed i confet ti ord i na r.i Gi ovanni Musso, i l croni s ta piacent ino, par lando dei conv i ti dei P i a c en t i ni nel 1388, fa r i levare i l lusso e lo scialo di confet ti di zucchero et al tre buone spezie; d i torte, d i giuncate con zucchero, e di fluger ( f rut ta?). Per Fi renze, si r i l eva dall'Inventario e regesto dei capitoli del Comune del x n i secolo, che, ne l- l 'asciolvere del ma t t ino, i l pinocchiato, la marmellata, la zucca confetta, non poteva ecceder e le due oncie per persona. IO per avventura per questo mo t i vo che, nel Re- gistro delle spese fatte per la mensa dei Priori di Fi- renze, nel 1344 (riportato nell'Archivio Storico Ita- (*) Archivio di Stato, M . C , 13 e 17 sett, 1549, Te rm, P r o v, 21 gen- na io 1559.

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