CIOCCA - Pasticcere e confetturiere

Prefazione liano da G. L . Viesseux, di^p. i v, del 1897, Fi renze), vsi t rovano raramente registrate le spes e per uova, far ina e l at te onde comporre tar tare, tor te e s imi l,i ment re i n quel lo del gennaio-febbraio 1477, poco meno d ' un secolo posteriore, spesseggian o le spes e per far ina, zucchero, spezierie, canel la, mandor le per confezioni; così, pure, i c i a ldoni, che r i corrono sovente, e compera ti quasi sempre i n numero d i 94 per v o l t a; ma però, in soli due mesi, v 'è sol tanto menz ionata una « t o r ta marzapane ». I l fin qui det to varrebbe a provare, come, i n I t a l i a, ma lgrado l a carezza del lo zucchero, l 'uso d i questo fosse re lat ivamente diffuso anche nel r icco cet o borghes e e persino nel med i o; superando, anche in ciò, t u t ti g l i a l t ri popoli europei, compreso i f ran- cesi; poiché, se si dev e credere ai loro croni s ti a l i- mur g i c i, nel 1370, l a pr ovv i s ta de l la regina d i F r an c i a, Gi ovanna d i Borbone, mogl ie di re Car lo v, si r i du- ceva a 4 pani di 5 l ibbre ciascuno ; e, sotto En r i co I,V lo zucchero non si t r ov a va a l t r imen ti che dai farma- c i s t i. I n I t a l i a, specialmente a Venez ia, lo zucchero ven i va sparso a l arga mano, come pure l a canne l la in polvere su mo l te v i vande, ed ent rava ne l la com- posizione d i al tre non dol c i, ol tre a quel le do l c i, qua li sarebber o le tartare, le fogaze, i l panatone, i l panforte, i l pan pepai, i l pan d'oro, le pizze, le cro- state, le ciambelle e t an ti a l t ri camang i ari do l c i, che comunemente si confezionavano dal le massaie, i n casa, par t i co l armente i n occas ioni d i fest e e solen- ni tà , com e galani, crostoli, fagottini, ecc. Così, ved i amo registrato, nel Libro de la inte-

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