COCCHI - DEL VITTO PITAGORICO - 1794 copia
1 6 Romano nel quale fu Pitagora intor– no a dugento anni dopo la fua morte giudicato il fapientiuìrno di tutti i Greci, e gli fu eretta in confeguenza di quello titolo una {tatua nel Foro, per ubbidire ad un certo oracolo d' Apollo. Nel che fu molto notabile come fi maraviglia 1' ifteflb Plinio, eh' ei fof- fe antepofto a Socrate. Ma fé fi con- fideri che Pitagora era fiato grandifiì- mo fifico ed aveva infognato quelle cofe che Socrate , effendo molto me– diocre in quella feienza repudiava , come oilerva Cicerone , noi dobbiamo anzi ammira e il favio giudizio de' Romani confluendo tutto ciò che non è precifa efpofizione ed intelligenza della natura delle cofe materiali , in una affai meno laboriofa e men foli- da dottrina. Anzi era sì grande la "mefcolanza di ientimenti Pitagorici tanto fifici che morali nelle collituzioni fonda– mentali dell' antico governo Roma– no , che vecchia fama corfe nel mon– do , Nutria re , al quale quelle colli- tuzioni furono attribuite, effere fiato un fapiente di quella fcuola , non oliarne la reougnanza della ricevuta cronologia . Alla qual fama benché fetienuta dall' autorità d' alcuni vec– chi
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