COCCHI - DEL VITTO PITAGORICO - 1794 copia
l 7 chi inorici , vero è che Cicerone e Livio molto s' oppongono facendoti forti principalmente coli'obbiezione dell' anacronifmo . Ma fé però fi ri– fletta finceramente , [che effendo per– duti i monumenti originali e incor– rotti , V ifloria e la cronologia Ro– mana de' primi fecoli furono fatte molto dopo a mano , e in molti par– ticolari inventate di pianta, non par– rà Arano ad uomo d' intelletto il la- feiare tal lite indecifa, come fece ac– cortamente Plutarco, non effendo co– sì facile il dileguare le ragioni ed i fatti e i tefhmoni che inducono" a fofpettare o che Numa non forte di così grande antichità , o che i prov– vedimenti a lui attribuiti ioflero fat– ti da favie ed accorte perlone ne' tempi più baffi quando Roma fi of- ferva più manifeftamente eflere fiata città di Greca cultura . Noi dobbia– mo ammirare ancora 1' ottimo gufio di Platone , che tanto Socratico ef– fendo, volle però venire in Italia, e da' congrefli de' Pitagorici prendere quella tintura di matematiche e di vera fifica che gli fece poi tanto o- nore . E' però vero che con Pitagora non devono unirfi tutti i Pitagorici , de' quali furono più gradi. I primi e cer– ta-
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