COCCHI - DEL VITTO PITAGORICO - 1794 copia

teneri e frefehi. Anzi fé fi efamina con diligenza e con giudizio tutto ciò che fi truova fparfo in mohiftìmi libri apparte– nente a quefio foggetto, fi comprenderà chiaramente che lo feopo di quel filo- fofo era folamente di fuggire le malat, tie e la corpulenza, e il graffo inten– dimento e F offufeazione de' fenfi co' pochi e fcelti cibi e coU'alìinenza dal vino. Vero è che certe attinenze partico– lari limili a quelle di Pitagora fono fia– te ufate anticamente da varie nazioni e maffime dagli Egiziani , da' quali è molto probabile che quel filofofo ne prendelte la prima idea , effendo mani- fefto eh'ei fi dilettò di mefcolare nel– le fue maniere e ne'fuoi penfieri molti fentimenti di quella dotta benché mi- iìeriofa nazione. Una di quefte aftinen– ze rigorofa e univerfale in Egitto er* quella delle fave , come offerva Ero– doto [ i ] , la quale s' incontra pro– pagata fin tra' Greci e tra' Romani , a' Sacerdoti prineipalmente di Giove e di Cerere, e d'altre loro falfe e ri– dicole deità [ 2 ] . Ma qualunque il fof- [ I ] Lib. 2. [ 2 ] Pauf.lib.VIlI. i s.Porfir. dell' Aflin. 1-ib.IV.Geli. X. 1j. Feft.v. faèam&c.

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