COCCHI - DEL VITTO PITAGORICO - 1794 copia

<5+ gore e la robuftezza del corpo , e per conferenza anco l'alacrità dell'animo e il valore. E per non difìimnlare al– cuna cofa Pitagora iilefl'o perfuafe un campione fuo paefano [ i ] a nutrirli di carne per acquiitar forza fuptriore a quella de fuoi antagonisti , e riufeì così felicemente la pruova, che da in– di in poi fu mutato per tutto il cibo degli atleti , che prima confifteva in cacio e in fichi lecchi e in grano ed in le'gumi o altre aride vegetabili ma– terie . Così an di lui creduto Favori- no e Laerzio medefimo , e non par ntceffario il fupporre un altro Pitago– ra per autore d' un tal configlio a ca– gione della iuperftiziofa opinione del- r anima , che come fi è dirnoiìrato , quel filofofo veramente nel cuore non aveva . E quel rinomato Milone [2 j «Crotoniate che (ingoiare era nelle forze del corpo e così bravo divoratore di vi– telli era inlìeme difcepolo e ieguace ed amico di Pitagora , come ne attefta Strabone [3 ] con altri antichi fcrittori. Ma la robuftezza atletica prodotta dall'artificiale ingroffarnento del corpo col [ 1 JLacrz. V i l i . 12. e44. f 2, j Athen. X. 2. [ 3 j Lib. VI. p. 263. V.&Laé r z .VI I I. 39. & not. Menag.

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