COCCHI - DEL VITTO PITAGORICO - 1794 copia

66 da perfetta apopleffia, e foffocati d*r- la loro ifteffa mole e pienezza , o fi rompeva loro qualche vafo fanguigno. Tali (venture veggiamo noi fpeffo accadere a'corpulenti, che di molta e •faporita carne fi cibano , e 1' erbe e i frutti difprezzano , perdendofi in loro quell'equilibrio tanto neceifario traila mafia degli umori che fi muovono dal cuore alle parti , e quella che dalle parti ritorna al cuore , ond' è anco.il facile paflaggiodi limili corpi ncll' idro- pifia. Sicché per quella ideila ragione die ì cibi frefehi vegetabili fono , come of- ferva Cello [ i j, di deboliflìma materia e di minimo nutrimento,ci devono oceu- pare la maggior porzione del noftro vitto Il vero e collante vigore del corpo è l'effetto della finità, la quale molto meglio fi conferva col vitto erbaceo ac- quofo e frugale e tenero, che col car– neo vinofo ed unto abbondante e duro . E nel corpo fano la mente chiara ed avvezza a fopprimere le voglie danno- fe, ed a vincere le irragionevoli pacio– ni , produce il vero valore . Quindi è che tra gli antichi alcune nazioni aflc- mie e di foli cibi terreftri pafeiutefono fiate molto guerriere > e che l'ifteffa fru– galità e difciplina di Pitagora non tol– ti ad alcuni de' fuoi dotti feguaci i' el- Ci ) Ad Thrafyb y cap. 37.

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=