COCCHI - DEL VITTO PITAGORICO - 1794 copia
nelle quali ci fi trovava, s'intendereb– be molto meglio la coerenza di que– llo fuo contegno colla fua faviezza , il quale ora ci lembra ftravagante e di fua natura pericolofo. Forfè il pia- Cere di far bene altrui o anco quel della lode, di cui i magnanimi foglio- no effere più defiderofi , 1' indufle a non {opprimere certe importanti veri– tà , mentr' ci pur doveva celarle alla moltitudine, la quale anticamente era creduta non poterli in altra guifa go– vernare che per mezzo di qualche fallita con utile fallacia univerlalmcn- te inlìnuata , e con tutte le pofiibili macchine ed invenzioni Icmprc più fparfa e foftenuta. E perchè i veri fono tutti connef - fi , e tra loro s' aiutano ad cfpellere ed abolire i falfi, e le fomme patella anno per lor natura la libera difpofi- zione della forza, quindi è che ne'fe- coli da noi remori non folamentc i Pitagorici , ma quali tutte le fcuolc furono dall' interefle della propria fal- vezza corrette a fervirfì del famof» metodo delle due dottrine , arcana e palefe , cioè domeftica chiara e diret» ta , ed eiterna oleura obliqua e fim- bokca. Quefla reflefiione doveva render pilk cauti quegli uomini per altro inge- A 4 gnofi
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