CORRADO - IL CREDENZIERE BUONGUSTAIO 1778 - unire pp 85-86!!

gviìficenta delle Tavole .E da Romani ancora venne l* ufo, al riferire di Seneca , della moltiplicità de* fervi» tj , lo Jfabilimento de bottiglieri , de* M offri di cafa + de* Scudieri, de* Scalchi, ed in particolare de* Cuochi e de* Credenzieri , facendo fpefe eforbitantijìmc per lo flabilimento di quefl* ultimi al diloro fer vizio . VI I. Nel tempo di Augu/ìo , i Siciliani, operaro– no tutti gli altri nel meccamfino della Cucina , e della Credenza. Per la qual cofa, non vi era allora in Roma Tavola alcuna dilicata, e voluttofa nelle vivande , che fcrvita non fqfje da Gente di quefta Nazione. Ond*ebbe a dire quel famojo Crattino , riferito da Ateneo , che neir avvicinarfi a qualcheCucina Romana ,fentendo la va– rietà , e la foavita fragrante di tanti odori, ond'era co- fperfo quel luogo , foleva enfatico efclamarc , e dire a Circo/lauti : O qui abita un Menante di odori,- o pure un Cuoco Siciliano. Vi l i . Gì* Italiani adunque ereditarono i primi , */ refio della Cucina Romana . Gì* Italiani ifteffi , ne fecero poi conofeere la jcienza a* Francefì; i quali per la vi– vacità del loro talento, fé ne impadronirono ben prejlo , e forpaffarono ancora i loro medejìmi Maeftri. IX. Dallo ftudio di tante Genti , e Nazioni del Mondo applicate al meccanifmo della Cucina, e della Cre– denza , nacque la celebre invenzione di far cambiare fi– gura a tutti i bocconi, che fi vogliono apparecchiare ; d* imitare con ingegnofa , vaga, e /ignorile maefìria di lavoro i più rari prodotti della Natura; e di portar su le menfe de* Cavalieri , e de* Principi la forma ,la firut* tura , ed il fapore eziandio di quelli animali + di quelle frutta, e di quegli altri come/libili, l'ufo de' quali, il clima , o la fìagìone , vieta talvolta alla ingordigia , e ali* appetito degli Uomini .

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