CORRADO - IL CREDENZIERE BUONGUSTAIO 1778 - unire pp 85-86!!

) ( 3 ?X L A C I O C C O L A T A A F I L L E « . * • • . »! C A N T A T A DELL' ABATE PIETRO ME tASt ASlO F ille, giungi opportuna Dalla campagna, or fui rtìattiri tf affiedi, E prendi quefta di liquor fpumantc Ricolma tazza s e bevi. E che? Ritrofa Sdegni f invito; e la ricufi? Intendo: Altro umor non conofci, Che quel del rivo, e quello Dall' uve efprefto. Ah femplice, che fei / Quefto è ben altro, che guftar del fonte , O di bionda vendemia. Odimi; Io voglio Svelarti i pregi, e la foftanza, e poi Se non ti aggrada, allor ia ciò che vuoi Non mi credi,- o Paftorella!? Cedi al ver, cedi alla prova • Ah non può, mentre sei bella, Durar molto il tuo rigor . Quelle fol d'ingrato afpetto Serban cor ngido incolto ; Ma chi vanta un gentil volto Chiude in fen cortefe il cor. Udito avrai fòvente Rammentar le felici Dell* f ndia remotiffime contrade ; Or fappi, che de frutti appunto a noi Quefte fan dono, eletti Tal nettare a compor, Quel nella fceka Più degli altri importante % Softegno , e fondamento , Qu a .

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=