CORRADO - IL CREDENZIERE BUONGUSTAIO 1778 - unire pp 85-86!!

)( 3S )( Quafi a ghianda è fimil. Chi fa, che quelle Non fesser già le dolci ghiande altrici Dell' innocente antica età? Non giova Dirti il natio Tuo nome, e in atto fchivo Forte tu riderelli. Or poi, che al fuoco Cambiò colore, e inaridì, (i toglie Dalle adufte (uè fpoglie : indi fu dura Curvata felce , accomodata all'ulo., Da efperte fi comprime Robufte braccia , che rotondo e terfo Tronco impugnando , eh' è pur fasso, al petto Vicine , ed or lontane umte al moto Alternano ftrifçiando . C h quinto efala t)' odore il Cinnamomi allor che all'imo Del cavo marno a fpetiì colpi, e grave In polvere fi cangia ! E quello poi, Che cernendo (t fcelfe, Al primo unir convien . Con mano avara D' altra pianta più rara E di più forza , e odor ; Y ingordo fuole Parte aggiungervi ancor. Confufo al fine Quel dell 1 Indiche canne Dolce i e.candido fucco, a te fi caro, Frodigamente vi s' accoppia . Infieme Tutto adunque fi mefee ; e ferve intanto Sulla cote il lavoro; onde calcata La buona massa dalla man che fovra Le ricorre frequente, Si affina , e ammorbidifee . Alfrn compito Il bel difegno, come il latte indura, Cosi pur quella flringefi e fi addenfa In varie.forme, a cui fi adatta; al verno Quindi è miglior configlio Differir la fatica. Or dì.* t'inganno? Dubiti, o Fille, ancor? No; già nel volto Leggo il piacer nel tuo confpnfo • Oh come Subito perfuad»

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