CORRADO - IL CREDENZIERE BUONGUSTAIO 1778 - unire pp 85-86!!
ta mia fatica , i Scalchi, i Cuochi , et/ i Signori Com* menjali . Li Primi , per formare V idea di ciò , che de» vono a Cuochi ordinare, in occajione di Pranfi e di Cene nella varietà delle Jìagioni, e per formare anche f idea di ben fituare , e dijlnbuire in Tavola te vivande. Li fecondi , per aver pronta la qualiià, e diverfita del– le robe commeflibili fecondo il loro mefe ; e la ma– niera ancora di prepararle , e fervi rie . Ed i Signori Commenfaìi infine, per aver con che pajcere la lorogran* de idea nel vedere, e molto più nel guflare le tanta Varie , e diverfe Vivande . XVI. Mi Infingo, che il detto mio Libro, abbia incontrato il gemo, fé non di tutti, ( eh'è fempre dif– fìcile ) , almeno di molti ; giacché lo [paceio grandiffi* mo , che Je n è fatto nel giro di breve tempo, e le richiefle , che tutto giorno fé ne fanno, mi anno obbli– gato a farne in fretta la feconda Edizione in queff an– no 1778., con l aggiunta di altre capricciofe Vtvande p che ho pofte nel Jine de loro particolari Trattati. XVII. Ora pure, per comando de Grandi , nella medefima Stamperia Raimondiana, ho dato alla luce la Jeguente Opera, appartenente ad un altra parte del man– giare , ed addetta al folo ufo della Credenza, co 'l Ti' toh: Il Credenziere di buon gufto, nella quale in 8. Tr&ttati, e quefti, divifi pure in Capitoli, con quei Me» tódo, brevità , e chiarezza,che fi ha potuto , ho efpoftO quanto vi fi vede. XVIII. Stia però avvertito chi legge, che ficco* *ie itetia prima mia Opera non ho parlato , che da fem– plie e Cuoco-, così nella prefentc, non mi diporto, che da femplice credenziere* E come .tale 9 ragionojoìamen– te a coloro, che, 0 Dilettanti fono, 0 P ofefTori hten- dono farjt di qucjY Arte . Mi ho prefo la pena , ed ho b 3 in*
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