CORRADO - IL CREDENZIERE BUONGUSTAIO 1778 - unire pp 85-86!!
X. to )( E fé ognor } Tassata a i vetri ^ Sento dirmi dalia gente, Quefta è moda , ed io iapiente Mi fo credere cosi . Fola è ancor , che tolga il Tonno , E che a* nervi lia dannofo : SpeiTo il bevo , e ben ripofo i Quando ha pace il cor nel fen * Se fon magro , e par che traggo Sempre V anima co i denti, Magre fon pur tante genti , Che il Caffè han per velen . Io lo vò tre volte al giorno ; Mi conforta , e manda via La crudel malinconia , E a me fìeffo egual mi fa • Giufto è ben , s' io lo configli , E fé lodi ognor gli faccia ; Che d* ingrato mai la taccia Quello core al fin non ha • Benedetto quel Botanico , Che nel!* Àraba forefta Volger feppe il primo a quefta Nobil pianta il fuo penfier • Ben teffuto ei vide il gufcio, Ed i lividi fuoi grani Adattando agli ufi umani, Unì Tutile, e il piacer* Benedetto chi de* grani La virtù per dare all' onda, Della fiamma furibonda Fé provarli il rio deftin • Ruotò poi fcabrofo acciaro, E li franfe, e in polve fciolfe, Che neir onda ardente avvolfe , E fpumar la vide alfin •.
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