COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol I - 1910
V ili didattica, assumendosi pure l’incarico di agitare e discutere con essi le principali quistioni inerenti al mandato a loro affidato e riferirne le varie opinioni raccolte intorno alla nuova proposta pubblicazione. Questo lavoro preparatorio, o, meglio, di scandaglio, ebbe agio di estrinsecarsi e di venire sottoposto alla prova discussionale in una prima adunanza plenaria che tenne la sud detta Comm issione del L ibro, sotto la doppia presidenza dei tanto benemeriti Signori Luigi Orlandi e Franco Berrà, assistiti dal Segretario Sig. Lu igi Ghibellini. I l dibattito versava sulla vessata quistione: se si dovesse procedere immediatamente ad una terza edizione della Cucina C lassica, oppure attendere alla Compilazione d ’una nuova Metodologia, la quale, pu r assurgendo a ll’importanza artistica della Cucina C lassica francese, portasse l’impronta di quel sentimento nazionale, che la P a tria Italiana, col conquisto della sua Unità e Indipen denza, aveva ben diritto di estendere anche nel campo delle discipline gastronomo-cucinarie, dove, durante p iù di due evi, aveva mantenuto il P rim a to e dettato leggi a tutte le Genti C ivili, imponendosi anche negli usi e costumi banchettali delle Corti Regali e Principesche straniere, che si stimavano, allora, molto onorate di seguire od im itare le ricche usanze delle Cucine e delle Mense fastose dei Dogi, e degli opipari P rincipi Italian i del Rinascimento. Venne pure espresso il desiderio — non diciamo m andato — che il futuro T ratta to , nel caso venisse deliberato di compilarne uno nuovo, s ’ispirasse a quel senso di modernità di cui la Cucina C lassica aveva oramai, in gran parte, perduta la fragranza prim iera. Prevalsero, in quel Consiglio, i concetti d ’etica morale, informati ai sentimenti di p a triottismo e di dignità nazionale, su quelli più materiali di un problematico utilitarismo ; laonde il progetto di compilazione di una nuova metodologia, p iù italianamente e più moder namente ispirata, trionfò su ll’altro, più mercantile, della terza ristampa di un trattato che aveva visto tramontare molti dei suoi sistemi d’apparecchio e di distribuzione delle vivande, nonché dell’arte di montare le portate. L a proposta di compilare una nuova metodologia — il di cui primo spunto venne suggerito e caldamente patrocinato dal Sig. Carlo Molina, uno dei p iù apprezzati capi cuochi ambrosiani —• venne decisa ed acclamata. Fu un bel gesto! Un gesto simpatico sopratutto; perché in questi tempi, pervasi dal f a t tore economico dell’utilitarismo p iù gretto, non era tanto fa cile rinunziare — a ll’unanimità — ad una speculazione, se non quasi certa e sicura , per lo meno di facile e comoda attuazione, come quella che evitava di mettersi allo sbarraglio di una impresa che richiedeva, oltre ad un ingente sacrificio finanziario di anticipazione di fon d i, una collaborazione attiva e vigilante che fornisse il materiale pel nuovo libro e ne controllasse Vandamento di compilazione. I fond i necessari per i prim i anticipi vennero sottoscritti seduta stante, e la Commis sione dei collaboratori volonterosi del Libro venne pur essa stabilita sotto la Presidenza del- Vegregio Sig. Franco Berrà, già capo cuoco della Casa Principesca di S. A . R . il Duca di Genova, quindi dell’Augusta sua Madre. Venne eziandio nominato il compilatore del libro nella modesta persona del sottoscritto, che accettò questa onorevole missione, sopratutto per considerazioni sentimentali di nazionalismo — che agli a ltri compilatori di metodologie italiane moderne erano per avventura sfuggite, eccezione fa tta pel benemerito Pellegrino A rtu si, che
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