COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol I - 1910
2 4 4 CAPO III. polano in poltiglia ; ne proviene del brodo o dei suoi estratti. Quelli che sono tra tta ti coll’olio, si rinser rano, si colorano d ’nna maniera più o meno scura e finiscono per carbonizzarsi. « Nel primo caso, l ’acqua dissolve e trascina fuori dall’interno i succhi degli alim enti che vi vennero imm ersi; nel secondo, questi succhi sono conservati; e se questi corpi si disseccano, dipende dal fatto che, continuando l ’azione del calore, le p a rti umide si vaporizzano. « I due metodi hanno pure dei nomi diiferenti, e si chiama frìggere, l ’azione di far bollire nell’olio o nel grasso dei corpi destinati ad essere mangiati. — Devo far rim arcare che, sotto il rapporto officinale, olio o grasso sono presso a poco sinonimi, il grasso non essendo altro che olio concretato, e l’olio un grasso liquido. Applicazione. — « Le cose fritte sono bene accette nei festini ; esse v ’introducono una varietà p ic cante ; esse sono gradevoli alla vista, conservano il loro gusto prim itivo e possono anche essere maneg giate colle dita, il che piace sempre alle signore. « La frittu ra fornisce anche al cuoco eccellenti mezzi per mascherare ciò che è comparso la vigilia, e fornisce loro, al bisogno, dei soccorsi per i casi imprevisti ; conciossiachè non richiedesi maggior tempo per friggere un carpione di quattro libbre che far cuocere un ovo al guscio. .« Tutto il merito d ’una buona frittu ra dipende dalla sorpresa ; è così che designasi l ’invasione del li quido bollente, che carbonizza o rosola, nell’istante medesimo dell’immersione, la superficie esterna del corpo che gli è sottomesso. « Mediante la sorpresa si forma una specie di volta che contiene l ’oggetto, impedisce al grasso di pe netrarlo, e concentra i succhi, che subiscono, per tal guisa, una cozione interna che conferisce all’ ali mento tu tto il gusto di cui è suscettibile. « Affinchè la sorpresa abbia luogo, fa d ’uopo che il liquido bruciante abbia acquistato sufficiente ca lore perchè la sua azione sia brusca ed istantanea ; ma non a rriv a a questo punto che dopo essere rimasto assai lungo tempo esposto ad un fuoco vivo e fiammante. « Si conosce, col mezzo seguente, quando la. frittu ra sia calda al grado desiderato. Voi taglierete una fettina di pane come per i crostini, e l’immergerete nel liquido della padella durante sei secondi; se voi lo ritira te resistente e colorato, operate immediatamente l’immersione; se no, bisognerà attivare il fuoco e ripetere l ’esperimento. « La sorpresa una volta operata, moderate il fuoco, affinchè la cozione non sia troppo precipitata e che i succhi, che voi avete rin serrati, subiscano, mediante un calore prolungato, il cambiamento che li unisce e ne rialza il gusto. « Voi avrete certamente osservato che la superficie degli oggetti ben fritti non può più dissolvere nè il sale nè lo zucchero, di cui hanno pur tu tta v ia bisogno, secondo la loro diversa n atu ra. Perciò voi non dimenticherete di ridurre in polvere finissima questi due condimenti, affinché essi acquistino una maggiore facilità di adesione, e che, mediante lo spolverizzatore, la frittu ra possa condirsi maggiormente per giusfca- posizione. « Io non vi parlerò della scelta degli olii o dei grassi ; i formulari diversi di cui sono fornite le no stre biblioteche vi daranno, su tale oggetto, dei lum i sufficienti. « T uttavia non dimenticate, quando vi capiterà qualcuna di quelle tro te ohe sorpassano appena un quarto di libbra (250 gr.), e che provengono da ruscelli d ’acqua viva che mormorano lontani dalla capitale, non dimenticate, vi dico, di friggerli con tu tto ciò che avete di più fino in olio d ’oliva; questa vivanda così semplice, debitamente spolverata di sale ed accompagnata da fette di limone, è un boccone degno di cardinale. « T ra ttate nella stessa guisa l’eperlano, di cui gli adepti fanno tanto caso. L ’eperlano è il beccafico delle acque ; la medesima picciolezza, il medesimo profumo, la medesima superiorità. « Queste due prescrizioni sono eziandio fondate sulla natu ra delle cose. L ’esperienza ci ha appreso che non si debba servire dell’olio d ’oliva che per le operazioni che possono compiersi in poco tempo o che nott esigono un grande calore, conciossiachè l ’ebollizione prolungata vi sviluppa un gusto empireumatico e sgra devole che proviene da alcune porzioni del parenchima, di cui è difficilissimo sbarazzarla, che si car bonizzano ». Tralasciando ora le sublimi vette della praticità scientifica del dotto fisiologo del Gusto, e ritornando alla pedestre nostra esposizione sulle norme che devonsi seguire per ottenere delle buone frittu re, partico larm ente in fatto di pesci, diremo che quelli che non sono troppo piccoli, ma di grossezza al di sotto della media, sarebbe ottim a cosa immergerli previamente nel la tte , leggermente salato, particolarmente quelli p iatti, come le sfoglie, i rombetti, le rombolette, la lima, la passerina, le razzette e simili, che d ovran no però essere spellate, almeno della pelle dorsale più scura e resistente, anche per poterne ottenere i filetti,
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