COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol I - 1910
366 CAPO IV. S g ra ssa te , p a ssa te pel colatoio qu ind i p e r la stam ig n a , e ten e te lo in serbo. R egolatevi p a rc am en te pel sale, sta n te c h è il sugo d ev ’essere sovente ado p e ra to molto ristre tto . Questo brodo , o ltre al se rv ire — come si è accennato — p e r rilev a re il gu sto d i qualunque v i vanda, p e r colorire e d are succolenza alle salse, serv e anche p e r sta cc are il fondo (de- glacer ), ai piccoli pezzi di carne g rille tta ti ( sautés ), come g ira te lle (tournedos) o diselli di bove, scalopp in i, co sto lette , polleria ; serve pu re p e r condire farin ag g i, ecc. L egato le g g e rm en te -— come si disse — , con fa rin a o arrow -root, serve p e r salsare le e n tra te calde, qu a lo ra non ci fosse la po ssib ilità di sg ra ssa re , o p e r m ancanza di mezzo gelo. Del sago degli apposti. 11 sugo — in genere •— è l’arrosolatura delle carni diluita in uno o più liquidi di cottura : acqua, brodi, vini, latte, ecc. Il sugo può essere buono o 110 indipendentemente dal principio che ne forma la base. Spieghiamoci. Gli arro sti danno ordinariamente dei sughi inferiori perchè la diluzione si ottiene distaccando il foudo o ar- rosolatura (deglacage), spesse volto bruciacchiata, mentre si sono impiegate carni di prima qualità. Al con trario le carni inferiori, ma disposte appositam ente per far sugo, danno dei sughi non disprezzabili e ta l volta anche buoui. Questo dal punto di vista del lavoro delle G randi Cucine; ma la cucina casaliuga o folkloristica che si giova di tu tte le risorse e compone le pietanza con la massima economia, ciò che non contrasta spesso con la bontà, non affretta le cotture per il gusto di servire le carni vert cuites o saignantes, ma prepara tutto in modo che una sostanza non rechi pregiudizio ad u n ’altra, ma completi e perfezioni l ’opera del pranzo. Non diversamente agisce la cuoca genovese nell’ammannire il suo sugo di manzo arrosto ■— paziente, ricercata arrosolatura ed amalgama fino di sostanze in una concia calda e rusticamente voluttuosa di gusti e di profumi. Il poco legamento di farina è necessario per dare il velluto — dicevano i nostri vecchi — cioè la lucentezza grassa del liquido addensata dagli amidi. 1071. — S u g o alla S ic iliana . Q uesto sugo è uno dei p ro to tip i d e ll’an tic a e m oderna cucina ita lian a , perchè i cuochi siculi em ersero fino dai tem p i di Celio A picio e si sono m an te n u ti sem pre all’altezza della loro fam a gastronom ica. Questo sugo co stitu isce, col fa rso magro, due c a ra tte ristich e del folklorismo cibario di qu ell’isola. — P re n d e te 200 gr. di burro, 200 g r. di p ro sciu tto , fa te rosolare su buon fuoco in casserola, 500 gr. di cipolle, 250 g r. di caro te ed il g a r zuolo d ’un sedano ; affetta te il tu tto ; ag g iu n g e te q u a ttro spicchi d ’aglio, un chiodo di garo fano, 1 cliilogr. di te s ta di filetto di bue e chilogr. 2 di sc a ric a tu ra di bue e di v i tello ; b a g n a te , poco p e r vo lta, con circa u n litro di buon vino E tn eo od altro vino rosso generoso ed alcoolico ; rim e sta te di continuo col cucchiaio di legno ed infine v e r sa te c i — p e r sta re a ll’usanza del paese — 200 g r. di con serva scu ra di pom idoro 0 di a ltra buona conserva che a v re te p rev iam en te d ilu ita in acqua 0 brodo e rid o tta p e r to g lierne l ’acredine. P riv a te d e ll’acqua e dei sem i un chilogr. d i pom idori sbucciati e ben freschi e m a tu ri, spappo lateli ed u n ite li al re sto ; am algam ate, in un segu ito di co ttu ra, il tu tto e q u in d i inondate di brodo la cassero la ; r itir a te la su ll’angolo del fornello e fate crog iuo lare 0 bollire len tam en te , sch ium ate e sg ra ssa te . G iu n ta la carne a com pleta co-
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