COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol I - 1910
DEI PESCI E LORO SALSE 641 Del Branz ino o Spigola , fragno o Iiapaeeio. Il Labrace lupo (Labrax lupus) è un pesce dei nostri mari clie viene denominato Lupaccio (luassò dai genovesi) ; Ragno dai toscani ; Branzino o Bronzino dai rivierani dell’ Adriatico ed anche dai lombardi ; Spigola dai Napoletani, Varolo in Romagna, ecc. I Francesi lo chiamano Bar, Loup de mer, Loubine sulle coste normanne e Brigne sulle coste del golfo di Guascogna. Nella primavera, come si disse pel Labrace Barbio, rimonta i fiumi, e vive nell’ acqua dolce fino in autunno. Eccellenti le sue carni bianche e ben sfogliate e d’un gusto delicato che ricordano quelle del- l’Ombrina. Si cucina come il salmone, le trote, i coregoni, gli storioni, ecc. 1879. — B r a n z i n o c o n s a l s a v e r d e alla Ve n e z i a n a . Svuotate, dopo averlo nettato, un bel branzino fresco, di 3 kg. circa , imbrigliatelo per il capo, situatelo sul graticcio della pescaiuola; bagnatelo, fino a coprirlo, con un brodetto, metà acqua, metà vino bianco di Oonegliano ; portate il liquido tino all’ ebol lizione, quindi ritirate la navicella vicino al fuoco, lasciando subbollire durante tre quarti d’ora circa. Pochi istanti prima di servire il pesce, ritiratelo, sgocciolatelo, adagiatelo su salvietta, e circondatelo con ciuffi di prezzemolo. Mandate a parte la seguente salsa verde: S a l s a v e r d e alla Ve n e z i a n a . — Preparate una salsa al burro, con brodo freddo di pesce cotto con vino bianco. Pestate nel mortaio un pugillo di prezzemolo fresco e di maligia (cibonlette) prelessata; aggiungeteci 2 cetriuoli e 2 cucchiaiate di capperi, sia gli uni che gli altri triti, così pure i filetti di 4 belle acciughe ; aggiungete un pezzo di burro all’apparecchio ; passatelo pel setaccio ed incorporatelo alla suddetta salsa nell’ u l timo istante. 1880 . — B r a n z i n o f ar cit o alla Gar i gnano . Levate le spine ad un branzino, senza intaccargli la testa e la coda. Riempitelo con una farcia fina di pesce, mista a dei tartufi di Piemonte, tagliati a fette sottili. Mari natelo per qualche ora con sale, pepe, timo, lauro e vino bianco. Fate cuocere dei gamberi, scorticatene le code, impiegando il rimanente per fare un burro di gamberi. Involgete e rinserrate il pesce in una carte di seta, e deponetelo sul graticcio d’ una pescaiuola. Bagnatelo con 1[2 litro di vino bianco moscato, essenza di pesce e ritagli di tartufi bianchi. Coprite la pesciera, e fate cuocere il pesce al forno. Dopo mezz’ora di cottura continuata, passate la cozione, sgrassatela, e riducetela aggiungendole una tazza di vel lutata. Scartocciate il pesce, e ponetelo su piatto adatto. Guarnitelo con code di gamberi e piccoli tartufi bianchi, ben arrotondati, e cotti nel vino bianco. Ultimate la salsa col burro di gamberi, e con essa salserete leggermente il pesce, ponendo la rimanente in salsiera. L ’Arte Cucinaria in Italia. — 81.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=