COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol II - 1911
488 CA PO X I. Del Liuppolo. Il luppolo (Humulus lupulus dei botanici) è una pianta rampicante che produce dei fiori verdi, con scaglie disposte come piccole pigne, e che servono per fare la birra inglese. In milanese si chiamano Lovertise. I polloni si ottengono rincalzando con terra leggera il piede della pianta, nello stesso modo che si pratica per g li sparagi. I getti o talee, che s’impiegano come gli asparagi ed altre verdure, devono però essere della più grande freschezza, cotti al mattino possibilm ente, Si separa la parte commestibile da quella iibrolegnosa, rompendo i polloni o « getti » come si pratica colle punte d’asparagi. Si lavano in molt’acque, e si pre- lessano in acqua salata e leggermente acidulata con limone. Si servono: al burro, alla crema, al vellutato, ecc. Qualora debbano servire come legum e, vengono invariabilmente accompagnati da uova affogate, disposte sopra, in corona, ed alternate con crostoni di pane, frastagliati a creste, e fritti nel burro. I Lovertise dei lombardi sono i polloni di luppolo selvatico, per far minestra. 3 3 7 9 . — Polloni di luppolo alla poiletta. P rendete ciascim getto dalla estrem ità terrosa, tra il pollice e l’indice della mano sinistra ; fate scorrere le medesime d ita della mano destra, curvando il pollone, e tirando verso la pun ta ; la parte che vi rim arrà spezzata nella mano d estra è quella tenera man giabile ; il rimanente è ligneo o fibroso, e lo si g e tta via. Lavate lestam ente, due o tre volte, in abbondante acqua fredda. (Jnoceteli, appena lavati, in pien’acqua bollente, leg germente acidulata con sugo di limone (preferibile all’aceto) ; teneteli un po’ sodi di co ttu ra (perchè, se fossero troppo cotti, perderebbero quel sapore aciduletto, al p an dell’acetosella, che forma la loro principale qualità, tan to apprezzata dai buongustai); sgocciolateli. G ettateli, per un ’istan te, n ell’acqua fredda onde arrestarne la cottura. P reparate una salsa bianca, piuttosto densa (con farina e burro stemperati con acqua legata, dopo l ’ebollizione, con 2 o 3 tuorli d ’uovo crudi); aggiungete i polloni ben sgocciolati, e finite con una cucchiaiata di burro, prezzemolo trito e sugo di limone. Del mais zuccherino. È una varietà, la cui pannocchia o spiga si utilizza come erbaggio o legume, a preferenza del mais comune o « melica » o melgone ». Gli haitiani lo chiamano « mais dolce », ma, in generale, i cuochi s u d americani, chiamano quelle pannocchie ancora immature, cioè non ancor fiorite e coi chicchi lattiginosi, col nome di cocolas ; e servono di guarnitura immancabile nell ’olla o puehero alla cryola (cioè « lesso ' manzo alla creola »), insieme ai mouatos o patate dolci d’America. Anche iu alcun vivande di cacciagio'i 0 alla moderna s’impiegano i chicchi del granturco (Vedi form. 3091 nella Cacciagione da pelo) ed anche Ie piccole pannocchiette ohe vengono pure sottoacetate per fare Pikless all’inglese. Per servirsene uso guarni ture si cuociono le pannocchiette ancor verdi e tenere nell’acqua salata o, meglio, a vapore, lasciando l ° r 0 le foglie aderenti. Dopo cottura queste foglie vengono ribattute verso il torsolo per modo da scoprire la spiga che verrà tolta al gambo. In questo caso il maïs è considerato quale accompagnamento. Se, invece, lo s> vuole utilizzare come legume, sia al burro, sia alla crema, o alla greca, la spiga verrà sgranata col coltello. Se verrà rostita, allora la spiga verrà posta sulla griglia nel forno e quando i grani saranno ben rigon® e dorati, verranno sgranati, e serviti su salvietta ben caldi bollenti.
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