COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol II - 1911
540 CAPO XI. sopra più, un ’onorme porzione d’ossigeno per le parti acquose, e particelle di jodio, e di bromo e sali come il cloruro di sodio, ed altri elementi igienici e salutari, come certe gelatine, che servono a fornire p. e., alle rondini salangane g li elementi per fabbricare quei nutrienti e squisiti nidi, co’ quali i cinesi e g l’indiani fanno zuppe eccellenti, di cui già si fece cenno nelle Minestre esotiche. Accennammo pure che i Cinesi e particolarmente i Giapponesi coltivano una grande quantità di alghe marine, in orti appositamente costrutti con sedimenti di vim ini intrecciati, nel limo grasso del mare, al pari dei nostri ortolani, che coltivano lattughe, sedani, e radiche, ecc. E non solo i giapponesi e gl'in diani ed altri popoli, molto evoluti nell’orticoltura, fanno orti marini, ma anche g l’inglesi, olandesi, nor vegesi, svedesi, ed altri popoli nordici coltivano e si cibano d ’alghe marine. Sotto il nome di Tangle, nella Grande Brettagna, nella Norvegia e nell’Islanda, mangiano la Laminaria saccarina e la Laminaria digitata detta anche « Balteo di Nettuno » ; medesimamente se ne cibano alcuni popoli d ’Asia. I naturali delle Isole Sandwichs si nutrono del Sargassum cuneifolium. Ma è specialmente agli abitanti dell’America del Sud che le alghe oftrono delle preziose risorse alimentari. In Inghilterra, la Porphiria lacinata e la Porphiria vulgaris sono cotte in stufato e costituiscono una vivanda gustosa e ri cercata, detta Laver ; fanno pure vivanda — meno prelibata del Green-Laver suddetto — colle foglie del- 1’ Ulva latissima. Gl’ Indiani ricercano la Plocaria tenax e quella candida come alimenti. La Plocaria crispus delle Isole B ritan nich e godono delle stesse proprietà nutritive ed aperitive del Chondrus gelidium (ossia « gelatinoso ») che, come si afferma, fornisce i materiali per i nidi sumentovati, dei quali i Cinesi sono tanto ghiotti. Nell’Arcipelago Greco, come sulle coste del Nord d’Europa, si fa un grande consumo di Rohdomenia palm ata; in tutta quasi l ’Europa si mangia VAlga piperata , od « alga peperacea », in insalata cruda. E non solo per alimento degli umani servono le alghe, ma per una quantità di bestie, sia bovine che ovine. Nel Nord d’Europa, sulle coste del Baltico, il naturalista Gnner, chiamò la Rhodomenia palmata col nome di Fucus ovinus , talmente le capre e le pecore ne sono avide e vanno vicino agli scogli per cibarsene. In Scozia, durante l ’inverno, i cavalli, i buoi, le pecore, i montoni sono nutriti col Fucus vesiculosus. Nella Svezia e Norvegia, nel Gothland, dànno ai porcellini ed al bestiame, come alimento, il Fucus serratus e lo Scytosiplion filum. Tutti questi alim enti algaeei, per la loro utilità, furono consacrati, da tempi immemorabili, nella Cina e nel Giappone. Le tradizioni santoistiche del culto degli antenati presso i nipponici, ne fanno il nutrimento dei Daino» autoctoni ; e, come già narrava il viaggiatore e scienziato Thumbery, citato nel l ’opera algologica di Alessandro Saint-Yves, servono certe alghe a far presenti e regali molto graditi. Infine, sulle coste e n ell’interno della Cina, nel Madagascar, a Bourbon, al Capo, nelle isole Maurizio, al Capo Horn, al Chili, in Australia, e, si può dire, nel mondo intiero, noi troviamo, sotto forme diverse, le alghe nell’alimentazione. Soltanto noi, popoli latini, facciamo poco conto di quei tesori alimentari che ci fornisce la flora marina, e sdegniamo o ignoriamo tante risorse alimentari, che le bestie, col loro istinto hanno indovinato, come avvenne per i tartufi e per tanti tuberi che noi impieghiamo ; cosi pure per le virtù di tante piante, come p. e. la caffeiera, e la dolcezza del miele, ohe vennero scoperte ; la prima, dalle capre e la seconda, dall’orso.
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