COUGNET DA FLIPPARE- L'arte cucinaria italiana vol II - 1911
610 CAPO XIV. 3741. — Stiacciata c o ’ cicc io li alla to s c ana (1). Lavorate la vigilia, prima sulla spianatoia : 050 gr. di lievito (da impastare il pane) senza i condimenti ; poi in una terrina, jier più di mezz’ora, con una mano, aggiungendo, poco per volta, i seguenti ingredienti : zucchero in polvere gr. 2 0 0 , ciccioli gr. 1 0 0 , burro gr. 40, lardo gr. 40 e 5 uova, odore di buccia d ’arancia o di limone. Poi copritela bene e ponetela in un ambiente tiepido per lievitarsi du ran te la notte. La m attina ap presso, rim pastatela e poi versatela in una teglia di rame un ta ed infarinata e dello spes sore di circa due dita. Ciò fatto, m andatela in caldana per la seconda liev itatu ra e p a s satela al forno. 3 7 4 2 . — Stiaccia ta unta alla fiorentina. È una vivanda loristica della Toscana, come il « pan di ramerino », che tu tti i fornai vendono, come il gnocco nell’Em ilia o nella Liguria. Due forni però sono rinomati a Firenze per manipolare questo « mezzo dolce », e sono : il forno detto del « Bazza » in Borgo San Lorenzo, ed il forno del Melini in Lungarno Acciauoli, clie ricordano le ottime stiacciate clie ammanniva il Cisti, fornaio di Messer Giovanni Boccaccio. P rendete un Kg. di p asta liev ita ta che sia di farina della più bianca da far pane di lusso, m ettetela in una terrina, e versateci sopra 2 1 0 gr. di stru tto vergine ; ag giungeteci 100 gr. di zucchero, un pizzico di sale e 5 tuorli d ’uovo, quindi impastate bene insieme ogni cosa, vigorosamente, finché abbiate ottenuto una pasta omogenea e che l ’unto siasi del tu tto con essa incorporato. D istendete questa p asta in una teglia, dello spessore di 2 dita, e fatela cuocere al forno, fino a che la stiacciata non abbia assunto un bel colore dorato. 3 7 4 3 . — Stiacciata alla livornese. È una stiacciata — che come la focaccia dell’Epifauia, o gattafuro dei Re Magi — è di loristica ap parizione particolarmente sulla mensa dei livornesi e dei pisani per la ricorrenza della Pasqua d’uovo. Il Burchi di Pisa è rinomato per queste stiacciate. Richiede una lavorazione lunga, persino di 4 giorni, do. vendosi rimaneggiare parecchie volte. Desumiamo dal trattato di Pellegrino Artusi la formola di procedimento e le dosi per farne tre di media grandezza, oppure 4 più piccole. Dosi. — Uova N. 12 ; farina finissima, Kg. 1,800 ; zucchero, gr. 600 ; olio sopraffino, gr. 200 ; burro, gr. 70 ; lievito di birra, gr. 30 ; Anaci gr. 20 , Vin Santo, decil. uno e mezzo ; Marsala, mezzo decilitro ; Acqua di fior d ’aranci, nn decil. Mescolate le due qualità di vino ed in un po’ di questo liquido ponete in infusione g li anaci dopo averli ben lavati. A tarda sera potrete fare questa : l . a Operazione. Diluite il lievito di birra con mezzo bicchiere di acqua tiepida, facendogli prendere la farina che occorre per for mare un paue di giusta consistenza, che collocherete sopra il monte della farina, entro una catinella, co prendola con uno strato della medesima farina. Tenete la catinella riparata dall’aria e in cucina, od altro luogo ancor più tiepido. 2 .a Operazione. L a mattina quando il detto pane sarà ben lievitato, ponetelo sull*1 spianatoia, allargatelo e rimpastatelo con un uovo, una cucchiaiata d ’olio, una di zucchero, una di vino e tanta farina da formare un’altra volta un paue più grosso, mescolando ogni cosa per bene senza tropi’0 lavorarlo. Ricollocatelo sopra la farina e copritelo come l ’antecedente. 3 .a Operazione. Dopo sei o sette ore, che tante occorreranno onde il pane torni a lievitare, aggiungete 3 uova, 3 cucchiaiate d ’olio, 3 di zuc chero, 3 di vino, e farina bastante per formare il solito pane, e lasciatelo lievitare di nuovo, r e g o l a n d o v i sempre nello stesso modo. Per conoscere il punto della fermentazione calcolate che il pane deve a u m e n t a r e circa tre volte di volume. 4.a Operazione. Aggiungete : .5 uova, 5 cucchiaiate di zucchero, 5 d ’olio, 5 di vino e la farina necessaria. 5 .a Operazione. In quest’ultima aggiungete le 3 rimanenti uova, e tutto il resto sciogliendo il burro sul fuoco ; mescolate ben bene per rendere la pasta omogenea. Se il pastone v i r i u s c i s s e alquanto morbido, il che non è probabile, aggiungete altra farina, per renderlo di giusta consistenza. fi) Quattro ricette ricavate dal trattato di Pellegrino Artusi : La Scienza in Cucina.
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