Cucina degli stomachi deboli - 1862 copia
XX ALCUNE NORSIÏ besi concepire longevità possibile nell'uomo. Quod caret alterna re– quie, durabile non est: Hcec rénovât vires, fessaque membra lœvat (Ovidio, lib. I , ep. 4. a ). Per nostro convincimento maturato nel vol– gere di vari lustri, la mancanza del conveniente riposo costituisce la principalissima tra le cagioni della debolezza di stomaco, osservabile sopratutto nel cittadino. Quelle veglie prolungate, quelle tarde ore d i notte passate n e ' t e a t r i, ne'caffè, ne'circoli, lo costringono a poltrire sotto le coltri nelle ore migliori del mattino; sì che levandosi verso il meriggio si trova affranto e rotto nelle membra, sino a tanto che almeno coli'indispensabile sussidio della solita tazza d i caffè nero non siasi ricomposto alla meglio e raffazzonato. Ma e lo stomaco, che pur fa parte di questo corpo attrito e mal riposato, sarà egli vigoroso e ben disposto? Ecco i l gran perchè di quell'appetito che mai non si desta i l mat– tino, di quel bisogno fittizio di uno stimolante amaro che lo stuzzichi, di quelle lente e difficil digestioni, di que'sbadigli e di quella noja del ventricolo che formano una delle piccole, ma più incomportabili calamità della vita. — Scrive a proposito l'originalissimo dottor Ve- ron: Ceux qui prétendent en même temps ce livrer aux travaux de l'esprit, surexciter leur estomac par des nombreux et copieux repas, et user sans relâche, sans modération de tous les privilèges de la jeu– nesse, brûlent vite, pour ainsi dire, le bois de la vie, et se mettent sûrement à l'abri de la longévité. Deteriorato per tal cagione lo stomaco, che più non elabora i su– ghi alla nutrizione della macchina, o viene a scemarsi la resistenza dei sistemi organici alle nocive impressioni degli agenti esterni, od insorgono spontane le sequele di questa istessa prava elaborazione degli umori. Chi mal riposa, mal digerisce; e chi mal digerisce è più soggetto di un altro alle febbri miasmatiche o reumatiche, alle affe– zioni tifoidee, allo sviluppo di furoncoli, favi, risipole, impetigini, ec. Osservisi nella società cittadina quali sieno quelle persone che si mostrano sempre arzille e gaje, di buon colorito, di appetito imman– cabile e di perfette digestioni. Sono i sensali, gl'ingegneri, i medici e simili, che fanno molto moto all' aria libera, e che, la sera, stanchi di un tanto esercizio fisico obbligato, pensano a ritirarsi per tempo, piuttostochè a gozzovigliare e vegliare. Delle sei grandi necessità che
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