Cuciniera piemontese - 1771 copia
BELTRAMO ANTONIO RE J* L molto favore , con cui fu ricevuto il Cuoco Picmontef e da me pubblicato neW ann$ 1766 y mi ha indotto a raccogliere in quefio n olume le maniere di preparare i ferviti > le quali 0 non furon notate nel primo litro , 0 s'inventaron dì nuova, e fi migliorarono dop* la pubblicazione di quella. Sì dilicati diventa– no ogni giorno i gentili fi gnori r che non è me– raviglia y fe ogni giorno deefi da" cuochi pen- fare a nuovi trovati per foddisfar e al loro buon gufio. V arte di cucinare fi jpuò dire a no/fri tempi condotta alla maggior perfezione . Ma fe maggior obbligo fe ne della agi Italiani y 0 me– ramente ai hrancefi j non mi voglio prov are di esaminarlo * Dire Jolamente , che fe la pulizia delle mode Franz e fi e p*acciuta di qua dell* al– pi , il faporito condimento degf italiani ha tro– vata in Francia fe non maggiore , certo uguale fortuna . Ne' tempi y che gli Oltramontani eran chiamati barbare y e nimuhe genti y le menfe dei Remani a difpetto delle leggi Fannia* y Or- eh 1 'a * Di dia y tran coperte di j quifi te vivande? e laflerebbe. per tutto il ricordare le funtuofe cent dì I ucullo, GT Italiani furono i rrimi a rinnovare le lautezze di toma : e fu certa– mente da loro , che i Franztfi impararono a rammorbidire il fenjo de lor palati . ConcioJ- A' Corte n Lettori . A » fi achc
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