Cuciniera piemontese - 1798 copia

Piemontese. n i giti si possano coltivare i tartufi, ed averne a descrizione. Per tal effetto si scieglie un terreno ombreggiato da alberi , e simile a quello , ove s' incontrano dei tartufi. Dopo averne lavorato lo spazio sufficiente al l' i n– tento propostosi si levano dalla di lui super– fìcie circa otto onci e di terra, e la si vaglia per un crivel lo affine di renderla più fina che sia possibile. Successivamente spargesi sul fon– do scavato tal buona tetra in altezza di due, o tre onc i e, e si pongono in disianza di diciott 1 oncie 1' uno dall' altro dei tartufi, che comincino corrompersi. Si prepara nel tempo stesso un fango legger o composto di detta terra crivel lata, ed acqua mesctiiata insieme , e la si gitta sui tartufi per tal modo, che r i– mangano copert i, e si trovi il terreno a l i – vel lo. Operando in tal modo si può calcolare d'aver e a tempo debito una bidona raccolta di tartufi. Bisogna fare tal operazione in un giorno sereno, correndo i mesi d ' ot tobre, novem– bre, o dicembre. Sperien^a del Signor N. i VL la quale prova che si può seminare* ed avere abbondevolmente dei Tartufi. Tut ti conoscono i tartufi, e sanno come questa radice forma una dei manicaretti più delicati delle mense. Mi è accaduto un caso, per cui ho imparato come si possa facilmente averne, e farne per così dire dei seminar] ove

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