Cuciniera piemontese - 1798 copia
111. La CucInUra ove annualmente se ne possano raccorre. A l – cuni anni fa un mio amico verso gli ultimi giorni di carnovale mi spedì un cesto di tar– tufi della migl ior qualità; ma trovandomi io allora in campagna, i vi mi furono trasmessi da miei domestici* I tempi correvano piovo* s i, ed umi d i, onde questi tartufi al i 1 aprire del cesto ove stavano r inchius i, vennero tro– vati tutti marc i t i, e verminosi. Lasciati perciò in abbandono, vennero dal Gastaldo della casa fittati a caso nell'orto a pie d'una noce, che vi si trovava quasi isolata fra buon numero di altre piante. L' anno dietro essend' io ver il mese di novembre nella medesima terra un giorno i l medesimo Gastaldo venne tutto pie– no d'al legria a presentarmi sette grossi t a r– tufi dicendomi che scavando la terra per certo lavoro , che andava eseguend o nell'orto presso, detta noce aveali rinvenuti rammentandomi net tempo stesso i tartufi marciti del l 'anno K o r s o, e aggiugnendo che avea trovati quei che mi presentava, precisamente nel sito o v e aveali girtati. Indi tale notizia feci io condurre tre porci in quel sito ordinando ad un fami-» gl io di star attento a c i ò, che facessero. C o n– dotti t porci cominciarono questi a fiutare q u a, e là per quel terreno, e indi a cavar la terra col grugno. Per abbreviare col mez– zo di questi animali vennero cavati 9 7 . tar– tufi fra grand i, e piccol i. Tale scoperta mi fé' pensare di tentare la seguent e sperienza.
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