Cuoco pratico - 1867 copia
parano con suc chi di f r u t t a, mi s ti più o meno a zucchero fine, e i ndi d i a c c i a t i; o vv e r t f si fanno con infus i oni o decozioni di sostanze odori fere e di sapore squi s i to, sempre un i te al lo zuc che– r o; f inalmente si preparano più spesso ge l ati con c r ema, ossia fior di latte. Per diacc iare abbisogna un secchio di legno mun i to inf er i ormente d' un buco per dove si possa far s fugg i re l ' acqua che si forma di mano in mano pel fondersi del gh i ac c i o; una sorbe t- t i e ra di stagno o di l at ta, ed un mestolo di l e– gno a l ungo mani co. Le sorbet t iere di stagno sono pre f er i b i li a qu e l– le di l at ta per ciò, che la cçema che vi si r i p o– n e, diacc iandosi meno p r e s t o, i l^ gelato riesce mol to più dolce, più gustoso e più morb i do che non in quel le di l a t t a, nel le q u a l i, r app i g l i an– dosi t roppo presto la pr eparaz i one, non v ' ha tempo di r imes tare a l ungo. Si ver sa nel la sorbe t t i era la c r ema già prepa– ra t a, si f orma uno s t ra to di ghiacc io di c i r ca 10 c en t im. di al tezza sul fondo del secchio; si copre questo st rato con sale comune o con sa l n i t r o, e v i si mette sopra la sorbet t i era ben chiusa col suo coperchio. Av v e r t i te che la sorbet t i era dovrà es– sere d ' un diamet ro a l quanto mi nore di quel lo del secchio, per cui fra le pareti di questo e quelle^ del la sorbet t i era r imanga uno spazio anul are di 7 od 8 c e n t im ., i l quale r i emp i re te e gua lmen t e, fino a l l ' o r lo del secchio, con ghiacc io e sale me– scolat i, ponendo cura a che ne l l ' apr i re la sorbet– t i e ra non possa e n t r a r vi dent ro nè ghiacc i o, nè
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