DANDOLO - Enologia II - 1812

AL CAPITOLO PRIMO. in gran parte sul t e r r eno, e l ' uva stessa v i giac e in quantità, Questi t ral ci sparsi sul suolo p r o du– cono alcuni anni P ut i le effetto di non permetter© che la terra s' inaridisca ne' tempi asciutti e quan– do spirano venti boreali disseccanti che colà sono frequenti. I più attenti col t ivatori levano con som* mo vantaggio dal la vite , pr ima e contempora– neamente al la fiorizzazione , le foglie e i v i rgul ti nove l li che sottrarrebbero parte del la nut r i z ione al frutto, ed impedirebbero che i raggi solari c o l– pissero direttamente l ' u v a. Il fondo non solo de' co l li , ma del piano ver– so i l l i t o r a l e, è calcareo , secc o , magro e mo– b i l e. Tu t ta la coltivazione si r iduce a voltare due volte F anno sossopra tutto questo fondo. N on t e– mendosi i vi i geli , si discopre la vite in inverna un po' avanza to, levando intorno ad essa col la zappa la terra che la copre, ad una profondità d i sei in otto po l l i ci ed anche più. Questa terra mobi le si raccoglie e s' ammucchia nel mezzJo t ra una vite e V al tra. C on questa operazione si ri tarda anche alcun poco i n p r ima– vera avanzata i l grande svi luppo del la vite. Qu a n– do poi gli agricoltori temono meno V incostanza de l la stagione, e suppongono che lo svi luppo del-, la vite possa progredire senza interruzione , r ime t– tono ancora a luogo la terra levata , ed anche una parte di que l la del piano , e così ogni vi te è attorniata da un buon mont icel lo di terra legge – ra , mobi le , ed atta perciò a ricevere con f ac i– lità l ' inf l uenza de l l 3 aria , de l l' acqua , del la h&f ^e ? «ec»

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