DANDOLO - Enologia II - 1812
3 3 ser e maneggiata come pasta. A l l o ra a l l ' a c qua , in cui è immersa , $' aggiunge a poco a poco CIPI vino bianco. Quand" è stemprata b e n e, si passa per un panno l ino piut tosto f i tto. Ta n to si stropiccia , si preme fra le mani , e si d i – batt e entro quel l i qu i do i l panno l i no, che tut ta nVsca disciol ta la co l l a. Passata nel l i q u i d o, si al lunga questo con due o tre bot t igl ie di v i no b i an c o, secondo la grandezza del r e c i p i en t e, a c ui deve servire la c o l l a, e si versa in due vol te entro quel r e c i p i en t e, che deve esser e s cemo: i ndi si f rul la e si ag i t a, come si è detto nel l* antecedente paragrafo , par lando de l la ch i a r i f i– cazione con ch i a ri d ' uovo. T r a un quarto e un sest o d 1 oncia di co l la di pesc e è la quantità che suol bastare per ogni brenta di vino ( V . nota 18. ) Se non è mol to i l vino , ne occorre un quarto di oncia per brenta. Se la stagione è f redda e s e c c a, un pò più di col la p r oduce mi g l i or effetto. La co l la ben di sc iol ta somigl ia a una den– sa muc i l agine. L a col la di pesc e opera sul vino nel mo– do stess o che i l bianco d ' u o vo , s imi lmente ben f rul l ando i l vino e squassando ben e l a bot te , se si può. L a separazione maggiore o minore del l i e– vito e de l al tre sostanze fecciose, mediarne 1^
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