DANDOLO - Enologia II - 1812
ALLO STATO. 77 Ve d r emo tra poco con quanta facilità trar si possa egualmente una quantità imme n– sa d' acquavi te senza fare alcuna spe s a, ma soltanto co l f int rodur re una mi g l i or fabbr ica- zione de' vini , e col tene r conto di que l le c o s e , che oggi giorno si perdono o si d i – struggono . P er questi mo t i vi faremo i n questo c ap i– tolo qual che cenno 1. D^ l la maggior quant i tà de' v i n i, che si trarrebbe dal le uve del r e gno, e dei mag– gior valore che acquisterebbero ì v i ni stessi fatti coi metodi i nd i c a t i, in confronto de l ia qualità e qu anùtà de' v i ni fatti co' me t odi ge– ne ra lmente i n uso. 2. De l la maggior quant i tà dei v i ni spre– mu ti che si trarrebbe dal le v i nac ce, de l la l oro mi g l i or qualità e prezzo maggiore. 3. De l la maggior copia d' acquavi te che si trarrebbe tanto dai v i ni ben f a t t i , quanto dal le vinacce spremute o torchiate. 4* De l la minore copia de' v i ni che a n– nualmente si al tererebbero nel regno , dopo un qual che migl ioramento ne l metodo di f ab– br i cazione. 5. D e l maggior valore che acqui s tereb– bero i v i ni resi conservabi li dai buoni me todi di fabb r e a z i one , qualora non si vendessero negli anni d i abbondanz a, ne' qua li hanno
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