DANDOLO - Enologia II - 1812

M >. ACQUAVITE " -r S- i n . Della maggior copia di acquavite che si trarrebbe dai vini bea fatti e dalle vi* nucce torchiate appartenenti a que vini. Q ui dovrei entrare in lunghe particolarità che spettano al la Qua r ta Par t e. Di rò soltanto quanto bast a per eccitar e una grata sorpresa. Non pa r lo qui del le acquevite che si trag– gono dai v i ni s a n i , perchè in generale non son mo l ti i paesi ove torni conto i l destinare tai v i ni a que s t ' u s o. Nu l la di meno indicherò esse r dimost rato ^he i l v i n o, quanto megl io è f a t t o, tanto più dà in abbondanza acquav i t e, pe r chè meno ha perduto di spi r i to di vino ne l la sua fabbr i cazione. N on pa i lo de l le acquevite che si traggono dai v i ni gua s t i, per chè secondo lo stat o de l la l oro al terazione ne danno p i ù, meno , o nu l l a. D ' a l t r o nde è ben raro che ove ben si fabbr i* cano i v i n i, ve ne siano de' guasti. ( P a r t e Seconda C a p . I. e I I. ) . P a r lo soltanto del le acquevite tratt e dal le vinacce spremute col torchio appartenenti ai v i ni ben f abbr i ca t i. E c co i fat t i.

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