DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
1 10 Ne à però di straforo anche per la noce, pel faggio, la betulla, i l cedro, ginepro, rosa, pino silvestre, pescia , (Abies), per i l . pruno, i l bianco spino, i l sorbo, i l carpine (Carpinus betula) e raramente pel castano. Due sorta di tartufi si anno, Yoscuro ed il bianco. I l primo si vuole sia l'unico vero tartufo, l'altro i l falso tartufo delle sabbie e del deserto. Si vuole ancora che i l tartufo sia sempre bianco allorché non à raggiunto la sua maturanza, e che raggiungendola diventi oscuro. Par e invece sia que– stione di terreno e di alimentazione — come pure da ciò dipende l'abbondanza o deficienza del suo aroma, che da noi sono più saporiti e delicati i bianchi, degli oscuri. Non abbiamo note sul modo con cui gli antichi desser o la cacci a al tartufo. Fu nel medio Evo e in Italia, che si incominciò a im– piegarvi i l porco. I l Platina del secol o XV I nel suo libro De honesta Voluptate dice, che niente rag– giunge l'istinto della scrofa di Norcia per scoprire i tartufi sotto terra. Dall'Italia questo modo passò in Francia dove i l porco venne chiamato con stile poetico porc de course, couchon levrier, e i l porco è ancora i l principale agent e di questa caccia . Un altro ausiliario del ricercatore dei tartufi' è i l cane . L'us o del cane è antichissimo, e naque pure iri Italia. L'Inghilterra, dove i l tartufo è poco comune, la Germania stessa , la Francia, anno avuto da noi i barbini, come maestri modelli nell'arte. Nel 1724 il Conte di Wakkerbart l i portò i n Sassoni a a farne la cacci a a Sedlitz. Augusto I I Re di Polonia, nel 1720 ne fec e venire dall'Italia 10 che costa– rono 100 talleri .ciascuno. Fu pure un italiano, Bernardo Vanini, che ottenne i l monopolio dei tar– tufi nel Brandeburgo, coli'obbligo di fornirne la cucina di Corte. Anche i l Wtirtenberg ebbe due barboni dalla corte di Torino e in Germania ven-
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