DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
Michele".Savonarola raccomanda agli intemperanti in fatto di tartufi, di temer Dio se non temono la colica : consiglio che agli epicurei non à mai frut- [ tato un corno. . '•' ''. - Questo diamante della cucina, entra signore in t u t ti i piatti, sì di carne, che di pesce , e di verdure. Il cuoco dove lo mette lo accompagn a sempr e con quel vers o di Dante : Qui si parrà la tua nobilitate. Aquistando tartufi, badat e alla loro durezza, odore : é. peso. Cucinandoli se potete pulirli senz a bagnarli, meglio — tanto meno di fragranza dispersa , se no lavateli i n poca aqu a [assai tepida. La miglior ma– niera di mangiarle è ancora quella suggerita da Dioscoride. Tagliateli a fette sottilissime, metteteli in un piatto con poco olio d'olivo, sal e e pepe — coprite e mettete al fuoco. Quando i l piatto scotta, rivoltatele un poco e servite. I l calore sviluppa i l loro aroma i n tutta la sua potenza. Conservazione. — Si conservan o a lungo nella loro terra natale, coprendoli di sabbi a od argilla ben secc a e polverizzata di modo che non abbiano a toccarsi. Si chiudono poi i n vas i impermeabili. Facendoli seccar e perdono gran parte del loro profumo. T è . — (Theo. ChincnsisJ. M i l . Tè. - Fr. The. - , Ted. Thee. - Ingl. Thea. ; [ - ; ; - Il Tè, quale da noi è conosciuto, è la foglia es- sicata, arrotolata e ripiegata i n diverse maniere, di un arbusto sempr e verde, che somiglia i l mirto, coltivato in China e Giappone.; Nel Giappone da dove paréOriginario, viene seminato;lungo" le siepi ' e sul margine delle campagne . Dà fiori bianchi come le ros e selvatiche, nel verpó, à per frutto una capsul a contenente un seme . Se. si pota, dà fiori e semi una volta l'anno, rami novi e foglie i n ab-
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