DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

' 13 è da ricordarsi i l milanese Lodovico Settala , pro– fessor e di medicina a Pavia , poi di filosofia morale a Milano, citato nei Promessi Sposi e del quale i l Ripamonti, suo contemporaneo, dice che curava gra– tuitamente i poveri ed i letterati — paupere s et littc- ratos. Gi antichi scrittori confusero sempre l'arancio col limone e col cedro. I n Roma nel 1500 si chia– mavano Melangoli. L'Ariost o nel Furioso C. X V I I I, p. 138, adopera la parola Narancio, sulla prima vera provenienza dell' arancio ebbero molto seria– mente a questionare i filosofi antichi. — Alcuni, stando col Re Giuba , che lasciò dei commentarj sulle cos e di L i b i a , dicono che l'arancio' , chia– mato Pomo delle Esperidi, foss e portato i n Grecia nientemeno che da Ercole. Difatti abbiamo statue di Ercole press o piante d'arancio e con aranci i n mano. Ateneo col filosofo Teofrasto, lo fanno, ve– nire dalla. Persia ; i l poeta Marrone, dalle Indie. I l fatto è, che fu conosciuto i n Europa prima del limone, e che la sua venuta rimonta a data anti– chissima. A coloro che dicono esser e stato portato in Italia alla fine del secol o 13 o da viaggiatori Ve– neziani e Genovesi, farò notare che Virgilio dice: Aurea mala decem misi eras altera mittam. Che nel 1200 ve n'era nel convento di Sant a Sabin a a Roma, che quasi nello stess o tempo si diffuse nel Napoletano e nell'Isola di Sardegna , e che precisa– mente vers o i l 1300 cominciò ad esser e coltivato in grande. I Genovesi furono i primi che presero a moltiplicarlo e a farne commercio. Nel 1500 esi– stev a i n Francia un solo arancio stato seminato a Pamplona nel 1421 e che vive ancora nell'agrumier a di Versailles. Sciroppo d'arancio — Prendete 25 aranci, gra- tucciatene leggermente la pelle gialla i n 2 l i t ri d'a- qua tepida. Indi aprite gli aranci e con frullino fate

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