DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
'7 v \ bajada, dal suo inventore Barbaja, impresario della Scal a al principio del secolo. Primi i Gesuiti, av– vertendone la delicatezza e la facoltà nutritiva, i n – segnarono quella bevanda che divenne la colazione dei giorni di digiuno. Redi nel Bacco ci dice che Antonio Carletti fiorentino fù uno dei primi a far conoscer e la cioccolatta i n Europa e la Corte Toscan a ad introdurla. 11 Padr e Labat, al principio del se– colo scorso , se ne fece l'apostolo, e i l Gesuita Tom– maso Strozzi ne cantò, i n poemetto latino, le lodi. Chi abbia Ietto i l Roberti, dice Cesar e Cantù, (St. Un., T . X IV , p. 391) noterà questa predilezione delle muse gesuitiche per la prelibata mistura. Tu t to il secol o XV II si combattè prò e contro la ciocco; latta, i l caffè ed i l tè. Le dame spagnuole in Amc- .rìca, amavano la cioccolatta al punto che non con– tente di prenderne molte volte al giorno i n cas a se la facevan o servire perfino in Chiesa . I vescovi cen– surarono bensì tale pratica di ghiottoneria, ma fi– nirono col chiudere gli occhi, e i l R. Padr e Escoba r sottilissimo in metafisica, quanto di manica larga in morale, dichiarò formalmente che la cioccolatta colFacqua non rompeva i l digiuno, perchè liquida non frangunt. Fu importata nella Spagn a vers o f i l 17 0 secol o e mercè le donne e i frati l'uso ne r- divenne popolare. Anche oggi in tutta la Penisola si offre la cioccolatta come da noi i l caffè. Pass a i monti con Giovanna d'Austria. I frati spagnuoli la fecero I conoscer e a' loro confratelli di Francia e al tempo I della Reggenz a anche in Francia era più i n uso del caffè. Madama d'Arestrel supcriora del convento delle : Visitandincs a Btlley raccomandava al celebre ga- . ' stronomo suo compatriota, Brillat-Savarin questa maniera di far la cioccolatta: « Quand vous vou- » drez prendre du bon chocolat, fcitez-le Taire dès ì la veille, dans une cafetière de faì'ence, et laissez-! e
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