DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
• 3-» Costanza. I l frutto del cedro, altrimenti detto ce– drato, e più gross o del limone, è oblungo, rugoso, di color giallo-verdognolo, à scorz a spess a aroma– tica e tenera, polpa alcun poco acidula. Ve ne anno cinque varietà. La parte usat a è la scorza , qhe si candisc e e si confetta i n grossi spicchi, che tagliati in piccoli pezzi servono in cucina per condire frutte giuleppate, per mettere nello scharlotte, e al con– fetturiere per regolarne i l panettone ed altre past e dolci. Lo si unisce pure ai pezzi duri dei gelati e nella mostarda. Crudo non è buono. Dal frutto intero si distilla l'acqua di tutto cedro che si fab– brica a Salò, celebrata come cardiaca, aromatica antispasmodica e indicata maggiormente nelle af– fezioni nervose, che le signore del secol o passat o poetizzavano col nome di vapori. Dalla scorz a si cav a anche un olio essenzial e prezioso e grato come Yessenza di Neroli. I semi, al pari .uM quelli del limone e dell'arancio, servono a far emulsioni amare. Il nome suo vuoisi derivi dal torrente Cedron della Palestina. Second o Teofrasto Eresi o sarebb e originario dalla Persia ; Dioscoride chiamandolo ce- dro-mela lo farebbe venire dalla Media e dalla Si– ria e lo suggerisc e alle puerpere. Vetruvio tramanda che dal cedro se ne cavav a un olio, che serviva a - preservar e dalla carie e dalle tignuole i libri e le altre cos e che con quello si ungevano, onde quel vers o di Ovidio: « Nec titulus minio, nec cedro cartha notetur, (Trist. i ) . » Del resto la storia del cedro si confonde con quella dell'arancio e del l i – mone. I famosi cedri del Libano nulla anno a che fare con questo cedro, essend o ess i della famiglia- dei pino (pinus cedrasi. X
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