DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
>+ ve– stii pane. Facendol e fermentare, se ne ottiene una speci e di vino, non forte, ma gradévole. Distillan– done i l succ o già fermentato misto a noccioli con– tusi e a qualche porzione di foglie ammaccat e ab– biamo i l così detto Kirchen-wasser (aqua di ciliege). Il migliore è quello della Selv a Nera e del Voral- berg, dei quali luoghi se ne può dire i l principale prodotto. Se ne fabbrica pure nella Savoj a frances e e nelle nostre Alpi. Unito a spirito di lamponi, al– cool, zuccaro e ad una certa quantità d'aqua , si ottiene i l maraschino specialità della Dalmazia e . propriamente di Zara . Macerando le marasch e e distillandole con vino aleatico, aromi.e zuccaro, s i i fà pure dell'eccellente ratafià, celebr e quello d'An- dorno. I gambi o peduncoli, costituiscono un vol– gar e rimedio diuretico. Se ne fà decotto in propor– zione di 30 grammi in un litro d'aqua . Plinio asserisc e che i l primo che introdusse i n Italia i l ciliegio fu Lucullo l'anno 680 dalla fondazione di Roma, e ve lo portò da Ceresunto, città sulla spiag- ' già del Mar Nero: Cerasi ante victoriam Mithri- daticam L. Luculli non fuere in Italia. Può es– sere che da Ceresunto, dove a detta degli scrittori il ciliegio era superlativo, avess e i l suo nome. Ma che i l ciliegio ce l'abbia portato Lucullo è una delle tante baie romane. Un certo Difilo Sifnio, ricordato da Ateneo, che viveva molto prima di L u – cullo, sotto i l regno di Lisimaco, uno dei generali di Alessandro i l Macedone, parlava già delle ciliege della Campania coli'aquolina i n bocca . Nelle tor– biere di Dax, nelle Lande, si riconosce perfettamente il tronco del ciliegio. Chi ne voless e saper e di più, legg a la Cersalogia medica (Basile a 1717) , mono– grafia scritta dal celebr e Dollfuss. Ad indicare un individuo che si pos a a uomo serio e d'importanza, Il popolo milanese dice: el par quel che àtaccaa'
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