DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

3 6 chiare, fiori bianchi e porporini i n Maggio e Gi u – gno. Nel linguaggio dei fiori significa: Merito na– scosto. I l suo nome Coriandolo dal grec o coris, cimice , e da ambluno rintuzzare, perchè rintuzza la vista. I suoi grani freschi e le foglie verdi anno un odore disgustoso di cimice, massim e quando fà nuvolo e piove, per cui è anche chiamala: erba ci- micina. Essicati sono gradevolissimi, aromatici, sti– molanti. Entra i l coriandolo nella composizione d i molti liquori in ispecie del Gin ; serv e come droga di cucina ed è condimento aromatico press o i po– poli del Nord. L'adoperano per aromatizzare la birra, 10 mescolano al pane, lo masticano dopo i l pasto, per facilitare la digestione, espeller e le flatulenze e rendere gradevole 1' alito della bocca. Gli Spa – gnoli mettono le foglie del coriandolo nella zuppa, alla quale danno un sapor e molto forte,.e le man– giano pure i n insalata. I medici gli assegnan o virtù toniche, astringenti. Si amministra i n infusione nel- l'aqua bollente e nel vino. Rivestiti i coriandoli di zuccaro se ne fanno confetti. Pestati e fatti co- cere nell'aqua a dens a decozione, servono contro le pulci spruzzandone le lettiere ed i l suolo. I corian– doli anno dato i l nome a' quei projettili di farina e gess o che negli ultimi giorni del Carnevalone, i n – sudiciano le vie, le cas e e gli abiti dei Milanesi. Gli antichi consideravano i l coriandolo allo stato verde come erba velenosa , atta a produrre verti– gini, sonnolenza, demenza. Varrone ci tramanda che i l coriandolo trito e misto ad acet o serviva per conservar e le carni nell'estate press o i Romani. La manna degli Ebrei somigliava al seme bianco del co– riandolo del quale ne avev a pure i l gusto (Ex. i6. 31) 11 che è confermato anche nel libro dei numeri ( n . 7) tranne che ivi si aggiunge che la manna avev a an– che i l sapor e del Bdellio, albero Babilonese, trasu-

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